Se nella fase acuta dell’emergenza coronavirus si parlava giornalmente dei cosiddetti tamponi, a un mese dalla fine del lockdown il centro della scena è preso dai test sierologici.
A cosa serve esattamente un test sierologico? è utile a fare una diagnosi? La risposta è no, almeno quella data da Regione Lombardia. Sul sito istituzionale di Regione si spiega che un risultato positivo al test indica che si è entrati in contatto con il virus ma non dà garanzia di protezione immunologica dall’infezione, non indica se un soggetto è protetto e per quanto tempo o se il soggetto è guarito e quindi può essere ancora contagioso. Mentre un risultato negativo al test può avere diversi significati: il soggetto non è stato infettato da SARS-CoV-2, oppure è stato infettato molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stato infettato ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test. Per tanto il soggetto può essere contagioso. Per avere una diagnosi è indispensabile quindi eseguire un tampone nasofaringeo. I test sierologici sono però uno strumento utile a stimare la diffusione dell’infezione in una popolazione, sono pertanto principalmente utilizzati per finalità di tipo epidemiologico e nell’ambito di politiche di sanità pubblica.
Come si fa un test sierologico? Il test sierologico si effettua con un normale prelievo di sangue.
Che cos’è il ‘test sierologico rapido’? Sono test sierologici in commercio per cui è sufficiente una goccia di sangue ottenuta dal polpastrello di un dito della mano. Anche questo tipo di test serve segnalare la presenza di anticorpi al virus nel soggetto. La differenza con un sierologico effettuato sul sangue venoso (con prelievo) sta nella specificità e sensibilità del test. Quelli su sangue venoso dosano in maniera sensibile e specifica gli anticorpi prodotti (in alcuni casi in modo quantitativo) mentre i test rapidi (pungidito), essendo di natura puramente qualitativa, possono solo indicare la presenza o assenza di anticorpi. Se si risulta positivi al test rapido, bisogna sottoporsi al sierologico ‘classico’ (identificato da Regione nel test del tipo CLIA o ELISA) per verificare l’effettiva positività.
Per chi è previsto il test sierologico in Lombardia? Regione Lombardia prevede il test sierologico per tutte le persone che sono state poste (o che si sono auto imposte) in isolamento fiduciario durante il lockdown. In particolare per tre categorie:
- Chi ha sviluppato una sintomatologia, con quadri simil influenzali ed è stato segnalato dal Medico di Medicina Generale o da un pediatra all’Ats del proprio territorio.
- Chi è entrato in contatto con un caso sintomatico che è stato identificato da Ats a seguito di un’indagine epidemiologica;
- Chi è entrato in contatto con una persona asintomatica, identificata da Ats a seguito di un’indagine epidemiologica.
In quali casi il test è gratuito? Il Servizio Sanitario Regionale (Ssr) offre questi test in specifiche situazioni come ad esempio in percorsi di screening per specifiche tipologie di collettività e operatori (ospedali; strutture sociosanitarie) o per i soggetti con sospetto Covid-19.
Si può fare il sierologico privatamente? Sì. Questo tipo di test sono però interamente a carico dell’utente. Inoltre, devono essere effettuati esclusivamente in laboratori di microbiologia e virologia accreditati o a contratto con il Ssr. Il laboratorio che offre ai singoli cittadini il test sierologico deve garantirgli l’intero percorso compresa l’effettuazione del tampone nasofaringeo in tempi rapidi. Il tampone viene pagato dall’utente, che però se risulta positivo viene poi rimborsato da Regione Lombardia.
Quali sono nel Nordmilano i laboratori autorizzati a eseguire privatamente il test sierologico? Nel Nordmilano i centri autorizzati si trovano a Sesto San Giovanni, Bresso e Paderno Dugnano. Si possono consultare tutti i 31 laboratori accreditati a Milano e provincia cliccando QUI.