Cinisello Balsamo si schiera al fianco delle scuole paritarie. Gli istituti si sono mobilitati per martedì e mercoledì, con l’intento di sospendere le lezioni online per attirare l’attenzione del governo sulla condizione in cui versano. Così, il sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi lunedì pomeriggio ha firmato la convenzione con la quale vengono anticipate risorse agli istituti scolastici prima dell’approvazione del Bilancio.
«Ho firmato la convenzione che permette di trasferire da subito, prima dell’approvazione del bilancio, alle 7 scuole paritarie cittadine un contributo pari al 50% dell’importo previsto per l’anno scolastico 2019-2020 che è complessivamente di 180mila euro. È un accordo ponte, con l’impegno di ritornare al tavolo a settembre per definire un ulteriore contributo da stanziare per il prossimo triennio. L’atto firmato oggi verrà ratificato dalla giunta giovedì e subito dopo potrà essere erogato il contributo – ha spiegato il sindaco -. Nonostante la situazione di estrema difficoltà economica del Comune a causa del debito di bilancio di 5,5 milioni di euro che ci è stato lasciato dalle precedenti amministrazioni, sull’educazione e sulla formazione non intendo arretrare. Si tratta di un bene primario e di una risposta che voglio assicurare alle famiglie della nostra città a sostegno della libertà di scelta educativa, del diritto di apprendere senza discriminazione, della parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, per non lasciare indietro nessuno».
A questo proposito si sono espresse associazioni, gestori, insegnati e genitori che si sono sollevate a sostegno delle scuole paritarie, una realtà che in Italia conta 12mila istituti, con 900mila alunni e 180mila dipendenti. Al centro della polemica il decreto Cura Italia che prevede finanziamenti per 1 miliardo e mezzo per la sanificazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici, esclusivamente statali. Unica concessione, gli 80 milioni previsti per le scuole materne paritarie, a parziale copertura delle rette che le famiglie, travolte dalla crisi, non sono più in grado di pagare.
Al momento, però, è tutto in sospeso e, perciò le scuole paritarie hanno scelto di manifestare il proprio dissenso nelle stesse giornate in cui il Parlamento sarà impegnato nella discussione e votazione della norma. Che, se non sarà modificata, porterà, secondo le previsioni delle associazioni della scuola paritaria, alla chiusura di almeno il 30% degli istituti, con 300mila alunni che si riverseranno sulla scuola statale.
«Le scuole paritarie appartengono al Sistema Nazionale di Istruzione, svolgono un servizio pubblico alla cittadinanza al pari delle statali e rappresentano un patrimonio culturale ed educativo per tutta la società. Dimenticare queste realtà significa mettere in discussione il principio costituzionale di libertà di educazione. La Costituzione italiana afferma il diritto dei genitori di educare ed istruire i propri figli in un sistema di offerte formative ed educative plurale come attuato in tutti i paesi europei. Ciò è frutto di una posizione ideologica che non si riesce a superare», ha concluso Giacomo Ghilardi.