Da martedì la cucina dell’istituto professionale Mazzini di Cinisello Balsamo prepara il pranzo per i volontari di protezione civile e croce rossa, associazioni impegnate sul territorio in questa emergenza sanitaria per dare assistenza ai più bisognosi.
«Per un istituto professionale come il nostro, scuola digitale significa continuare a lavorare su materie pratiche e su progetti concreti, pur trovandoci tutti separati e uniti solamente dallo schermo di un computer – racconta Marcello Mariani, presidente dell’Associazione Scuole Professionali Mazzini -. Ogni giorno la cucina del nostro corso per chef è aperta e sforna moltissime ricette che il nostro chef-insegnante Salvatore Tozzo prepara davanti alle webcam. Abbiamo pensato che quei pasti preparati per la didattica potessero diventare un ottimo pranzo per i volontari, così abbiamo offerto la nostra collaborazione all’amministrazione comunale e alle associazioni».
L’istituto Mazzini nel frattempo sta portando avanti le lezioni attraverso la didattica digitale, attraverso un sistema informatico che ha consentito agli insegnanti di rimanere in collegamento quotidiano con gli allievi. Il corso di cucina è garantito dallo chef Salvatore Tozzo con l’assistenza di Jessica Polo e Denis Vettore, che lavorano in laboratorio con mascherine e nel rispetto di tutte le prescrizioni previste dalle norme.
«Già da alcuni anni abbiamo investito nelle tecnologie digitali dotando gli allievi di tablet e di libri digitali – spiega il direttore Pierangelo Gervasoni -. La cucina era stata costruita già in origine con un potente sistema di telecamere capace di mostrare ogni dettaglio delle lezioni fatte dagli chef. Tutto ciò ha rappresentato un indubbio vantaggio nel momento in cui siamo stati costretti a lasciare i nostri allievi a casa. Confesso che per molti di loro la nuova didattica si è rivelata entusiasmante. Anche gli allievi disabili che seguono il corso di cucina, continuano a fare lezione e a realizzare le loro ricette da casa, mostrando grande passione e competenza. Tutto ciò è un bene, perché pur in un’emergenza epocale crediamo di essere riusciti a contrastare i rischi di dispersione scolastica e a offrire una didattica solida e concreta ai nostri ragazzi».