‘Monza Visionaria’, il festival dedicato a musica e arte

Dieci giorni di concerti, performance, letture e spettacoli immersivi diffusi per la città di Monza, dalla Villa Reale alla chiesa di San Maurizio. Dal 6 al 15 maggio torna il festival ‘Monza Visionaria‘, giunto alla XIII edizione, organizzato dall’associazione culturale Musicamorfosi, con un programma che intreccia musica classica, jazz e elettronica.

A inaugurare la rassegna, martedì 6 maggio, sarà il tributo jazz a Pino Daniele firmato da Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, in scena al rinnovato teatro di Corte della Reggia. Il giorno seguente, nella chiesa di San Maurizio, il pianista francese Thomas Enhco presenterà Mozart Paradox, progetto in bilico tra improvvisazione e rilettura dei classici. Enhco sarà protagonista anche l’8 maggio, insieme alla percussionista Vassilena Serafimova, con Bach Mirror, una rilettura contemporanea dell’opera bachiana.

Tra gli appuntamenti più attesi, i Notturni, format storico del festival, che quest’anno triplica: il 9 e 10 maggio eventi diffusi animeranno la Villa Reale, il roseto Niso Fumagalli e il teatro di Corte. Tra questi, ‘Quattro modi per sorridere’, con l’Orchestra Canova e il pianista Gabriele Strata, e una tripla silent disco nel cortile d’Onore. Spazio anche alle famiglie, l’11 maggio, con Pierino e il lupo eseguito dall’orchestra Canova. Il 12 maggio debutta invece Magnificat, nuova produzione spiritual jazz nella chiesa di Santa Maria al Carrobiolo.

Il tema di quest’anno, ‘L’estasi dell’oro’, invito a cercare lo splendore interiore e lasciarsi incantare dalla bellezza. «La musica è il vero oro della nostra comunità – commenta Saul Beretta, il direttore artistico della manifestazione -, avremo una nuova moneta di scambio circolante nell’energia che passa tra gli artisti, gli spettatori e i luoghi meravigliosi che andremo ad abitare e a far vivere. Come ci dice spesso il nostro pubblico più affezionato, Monza Visionaria è un momento speciale in cui si attua quel ricongiungimento tra vita culturale e sociale che oggi si chiama welfare culturale. Immergersi nell’arte porta benefici a tutti i livelli: psichici, fisici e intellettuali».
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