Oggi è stato inaugurato il giardino di via Transiti all’angolo con viale Monza dedicato a Maria Montuoro, detta Mara, partigiana deportata durante la resistenza.
Alla cerimonia hanno preso parte l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, il presidente del Municipio 2 Simone Locatelli, la vicepresidente di Anpi Milano Ardemia Oriani e Fausto Teti, pronipote di Maria.
L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio, intitolato ‘Tempo di Pace e di Libertà. 80 anni di Liberazione’, portato avanti dal Comune di Milano per celebrare le figure che hanno reso possibile la Liberazione dell’Italia 80 anni dopo la sconfitta del nazifascismo.
«Prosegue l’attenzione e la riconoscenza del Comune di Milano verso le donne della Resistenza, a cui abbiamo scelto – in occasione degli 80 anni della Liberazione – di dedicare nove intitolazioni, una in ogni Municipio, per dare il giusto risalto alle figure femminili che hanno combattuto per la libertà – ha detto l’assessore Sacchi -. Oggi rendiamo omaggio a Maria Montuoro, donna straordinaria che ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà e la giustizia: la sua storia è una testimonianza di coraggio, determinazione e amore per il proprio Paese. In un’epoca in cui alle donne era spesso negata la possibilità di avere un ruolo attivo nella società, Maria scelse di combattere, diventando una delle tante partigiane che contribuirono alla Liberazione del nostro Paese. Non fu solo un atto di ribellione, ma un gesto d’amore verso l’Italia e verso i valori di giustizia e libertà».
La storia di Maria Montuoro parte dalla Sicilia: nata a Palermo nel 1909, dopo l’Armistizio del 1943 decide assieme al fratello Alfonso che aveva partecipato alla campagna di Russia, e alla sorella Ersilia di unirsi alla Resistenza. Il loro viaggio li porta a Milano dove entrano a far parte dei Gap e si uniscono alla lotta di Liberazione dal nazifascismo. Maria Montuoro viene arrestata vicino Pavia, a Belgioioso, dove ha aperto una tipografia clandestina. Trascorrerà la detenzione nel carcere di San Vittore. Il 21 giugno del 1944 è costretta assieme al fratello Alfonso, a salire su un treno che dal Binario 21 della Stazione Centrale li deporta prima a Fossoli e poi in Germania. I due non si rivedranno mai più. Alfonso morirà nel campo di concentramento di Mauthausen, Maria Montuoro riuscirà a tornare in Italia dopo aver vissuto l’orrore del campo di sterminio femminile di Ravensbrück. Nelle sue testimonianze e nei suoi scritti descriverà la sua storia e quella di molte altre donne incontrate nel lager. Finita la guerra rientra a Milano e inizia a lavorare per il Comune come dattilografa per oltre 30 anni. Maria Montuoro si spegne a Milano il 3 marzo del 2001. Le sue spoglie sono state poste al cimitero di Bruzzano.