Maxi operazione contro il narcotraffico nel milanese

Una vasta operazione delle forze dell’ordine a Milano ha colpito il narcotraffico internazionale.

La polizia di Stato e i carabinieri, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, hanno eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare, 17 fermi di indiziato di delitto e numerose perquisizioni nei confronti di persone accusate di far parte di organizzazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti e ad altri reati finanziari. Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2023, hanno portato alla luce 4 gruppi criminali interconnessi, attivi nel traffico di sostanze stupefacenti a livello internazionale. L’inchiesta ha rivelato l’operatività di 2 distinti sodalizi radicati in Lombardia, con basi tra la provincia lariana e l’area milanese.

Secondo gli inquirenti, questi gruppi importavano mensilmente 1 tonnellata di droga destinata alle principali piazze di spaccio italiane, con una rete logistica che coinvolgeva anche Sicilia e Calabria. Un secondo filone investigativo ha permesso di individuare un’associazione per delinquere attiva nella provincia lariana. Questo gruppo, composto da soggetti italiani, acquistava marijuana e hashish da un’organizzazione milanese per poi distribuirli a spacciatori locali. Un’ulteriore indagine, condotta dai carabinieri di Milano in collaborazione con le autorità peruviane, ha portato alla scoperta di un’organizzazione legata al clan Mancuso di Limbadi.

Il gruppo, guidato da un cittadino italiano, gestiva un traffico di cocaina con base a Milano e Monza, finanziando al contempo attività illecite con operazioni di riciclaggio e frode fiscale. Il sistema di distribuzione capillare operava in diverse zone di Milano, tra cui Piazza Prealpi e il cimitero Maggiore. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati circa una tonnellata di hashish, oltre 200 kg di marijuana, 10 kg tra cocaina ed eroina, oltre a due pistole con munizioni. Complessivamente, sono stati eseguiti 13 arresti in flagranza di reato. L’inchiesta ha messo in luce l’uso di strumenti tecnologici avanzati per la gestione delle attività illecite, come telefoni criptati per le comunicazioni tra affiliati e fornitori.