Omicidio Tramontano: Impagnatiello lo premeditò per 6 mesi

Alessandro Impagnatiello premeditò l’omicidio della fidanzata incinta, Giulia Tramontano, per circa 6 mesi. A spiegarlo è la Corte d’Assise, che ha reso note le motivazioni della sentenza di ergastolo emessa il 24 novembre scorso.

Impagnatiello, che uccise Tramontano con 37 coltellate nel loro appartamento di Senago, avrebbe iniziato a maturare l’idea del delitto pochi giorni dopo aver saputo della gravidanza della compagna. Il 12 dicembre 2022, infatti, cercò su un motore di ricerca ‘veleno per topi Steflor’. Le indagini hanno rivelato che per mesi avvelenò periodicamente Tramontano con bromadiolone, un potente topicida, oltre ad aver acquistato ammoniaca e cloroformio sotto falso nome, dopo aver effettuato ricerche online sui 5 ‘veleni mortali’.

Nessun raptus, dunque, ma un ‘piano curato e iniziato molti mesi prima‘. Il punto di svolta, secondo i giudici, arrivò il 27 maggio 2023, giorno in cui Tramontano si incontrò con la donna con cui Impagnatiello intratteneva una relazione parallela. La scoperta delle menzogne e l’umiliazione di fronte ai colleghi spinsero l’ex barman a ‘rimodulare il programma criminoso’, abbandonando l’idea dell’avvelenamento in favore di un’azione più diretta ed efferata.

Uccise Giulia Tramontano al suo rientro a casa e tentò di bruciarne il cadavere nella vasca da bagno. Il suo piano, però, non andò come previsto e iniziò ad agire in modo improvvisato, spostando più volte il corpo tra il box e la cantina, fino ad abbandonarlo a 800 metri di distanza dall’abitazione. La pubblicazione delle motivazioni arriva al termine di un processo durato dieci mesi e articolato in 13 udienze, a cui ha partecipato anche la famiglia della vittima.