Milano, smantella rete di propaganda suprematista

La polizia di Stato di Milano, con il supporto del centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Lombardia, ha condotto un’operazione contro la propaganda suprematista e filonazista online, denominata ‘Genus Album’. Sono state eseguite 12 perquisizioni in diverse regioni italiane, portando all’indagine di altrettanti giovani, tra cui un minorenne, accusati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

L’operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Milano e dalla procura per i Minorenni, è il risultato di un’indagine approfondita condotta dalla polizia postale e dalla Digos, che hanno monitorato a lungo gruppi Telegram riconducibili all’estrema destra. Questi gruppi promuovevano ideologie legate alla ‘supremazia della razza bianca’ e all’odio razziale, spingendo anche verso azioni concrete nel mondo reale.Durante le perquisizioni, scattate all’alba del 19 dicembre in Lombardia e in altre regioni tra cui Lazio, Veneto, Toscana, Puglia e Calabria, sono stati rinvenuti numerosi oggetti di propaganda e materiali riconducibili all’ideologia suprematista come bandiere con simboli nazisti e fascisti, volantini propagandistici, armi, tra cui un fucile ad aria compressa e una pistola automatica, tre fucili da caccia (sequestrati in via cautelativa), dispositivi elettronici e account social utilizzati per la diffusione di contenuti d’odio.

Gli agenti hanno utilizzato strumenti di digital forensics per analizzare sul posto i dispositivi informatici degli indagati, ottenendo riscontri significativi sulle attività svolte nei gruppi Telegram. Gli indagati, di età compresa tra 17 e 24 anni, sono studenti universitari di facoltà umanistiche e scientifiche (Lingue, Storia, Filosofia, Veterinaria) e un minorenne al quinto anno delle superiori. L’unico ad avere un’occupazione è un 24enne comasco, impiegato in una fabbrica in Svizzera.Gli inquirenti hanno accertato che i gruppi Telegram oggetto d’indagine non si limitavano alla propaganda virtuale, ma avevano come obiettivo l’organizzazione di incontri e azioni concrete. La mera partecipazione online veniva infatti considerata insufficiente dagli stessi membri.