Cusano, strangolò la ex fidanzata nel parcheggio del cimitero

La mattina del 10 aprile 2016 a Cusano Milanino, nel parcheggio del cimitero, venne trovato il corpo senza vita di Liliana Mimou. La giovane parrucchiera di 27 anni, residente a Limbiate, giaceva all’interno della sua auto, con la portiera aperta. Le prime indagini rivelarono che la giovane era stata strangolata. I sospetti si concentrarono da subito sull’ex fidanzato, Davide Perseo, suo coetaneo.

Una relazione tossica
Davide Perseo veniva descritto come una persona fragile e al contempo aggressiva, che esagerava con l’alcool ed era capace di reagire in modo violento quando le situazioni lo infastidivano. Aveva vissuto un grave lutto nell’infanzia e trovò in Mimou una possibile via di fuga. Lei, orfana di padre, era forse alla ricerca di affetto e protezione e riconosceva in Perseo una persona in grado di sostenerla.I due ragazzi si frequentarono per un periodo, ma a un certo punto lei cominciò a confidare ad amiche e colleghe il disagio che viveva in un contesto di violenza e minacce. In un’occasione Davide Perseo si presentò al lavoro strattonandola e alzando la voce, tanto che una collega chiamò la polizia; quando gli agenti raggiunsero il salone dove lavorava Liliana Mimou, lei decise però di non denunciare il fatto, proteggendo Davide Perseo.Nei mesi successivi Liliana Mimou provò a interrompere la relazione e smise di confidarsi con familiari e amici.

La notte dell’omicidio
Il 10 aprile 2016 Liliana e Davide andarono a una festa e passarono la serata insieme. Si fermarono nel parcheggio di Cusano vicino al cimitero, tra via Pedretti e viale delle Rimembranze, intorno alle 4 del mattino, poco distante da casa di Davide Perseo. Qui, probabilmente a seguito di una discussione, lui la uccise, strangolandola in auto. Perseo rientrò a casa verso le 6, assunse dei barbiturici e si tagliò superficialmente un polso.Dopo il fermo dei carabinieri fu disposta una perizia psichiatrica per il ragazzo, che era stato ricoverato in ospedale in stato di shock.

Processo e condanna
Durante il processo la perizia psichiatrica concluse che Perseo era capace di intendere e di volere, nonostante le richieste della difesa di effettuare altri approfondimenti. Il processo si svolse con rito abbreviato al tribunale di Monza e Perseo venne condannato nel 2017 a 16 anni di carcere che sta scontando nel penitenziario di Monza.