È passato un anno da quando Alessandro Impagnatiello uccise Giulia Tramontano e il loro figlio che la donna aveva in grembo al settimo mese, così come un anno è passato dall’omicidio di Giulia Cecchettin, accoltellata dal suo ex Filippo Turetta.
Basti pensare che nel novembre 2023, mese in cui morì la giovane studentessa veneta, erano state uccise 105 donne, per arrivare poi a 120 alla fine dell’anno. Gli ultimi dati del Ministero dell’Interno parlano di 80 donne uccise nel periodo che va dall’inizio del 2024 al 27 ottobre, 50 delle quali uccise per mano del compagno o dell’ex. Una drammatica situazione che non si ferma, ma perché?
Qualcosa evidentemente non funziona nella prevenzione, nella tempestività di intervento a tutela delle donne vittime di violenza. Lo abbiamo visto con alcuni braccialetti elettronici che non hanno funzionato nel momento di un imminente pericolo. È vero che si sta facendo molto, ma evidentemente non basta! Bisogna lavorare su più fronti, tutti i giorni. La denuncia delle donne vittime di violenza è fondamentale, ma poi vanno seguite e protette.
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani