Le intercettazioni e gli arresti degli ultras: dietro la rivalità, l’amicizia per i soldi

Una delle intercettazioni pubblicata da Polizia di Stato e Guardia di Finanza

«Non mi tradire perché se no, mi tocca ammazzarti». È solo una delle tante intercettazioni che la polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno reso note in seguito alla maxi operazione che lunedì 30 settembre ha portato all’arresto di 19 persone, la maggior parte di loro collegate, a vario titolo, al mondo ultras, dalla Curva Nord, cuore caldo del tifo interista, alla Curva Sud, quello milanista.

Secondo il quadro che emerge, quella tra gli ultras milanesi si tratterebbe di una rivalità di facciata, unita dagli intenti di perseguire un obiettivo comune: fare cassa. Tanti gli ambiti di interesse: oltre alla droga, anche la gestione degli affari dell’indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite. Ed è qui che entrano in gioco anche le richieste a personaggi di spicco delle due società, quali tesserati e dirigenti. Ma non solo. Perché anche l’aspetto sportivo è stato tirato in mezzo dagli ultras per raggiungere l’obiettivo. «O mi danno le tessere o è guerra. Noi stiamo contestando la campagna acquisti. Fagli sapere però che se non mi dai le tessere, andiamo avanti. Qua bisogna fare sempre così, cioè… una società disgraziata. È una facciata: non ce ne fotte un c***o della campagna acquisti, io voglio arrivare a un obiettivo: voglio 40 abbonamenti», si legge in una delle intercettazioni.

«Io capisco che c’è una sorta di rivalità che va oltre il patto, da parte di chi ha… tra più giovani… disprezzo, anche i miei. Però secondo me c’è da capire un po’ tutti, tutto bene tra direttivi. Questa roba qua, è super palese che c’è un patto di non belligeranza che va avanti da un sacco di anni perché siamo tutti ragazzi seri, ragazzi per bene, ragazzi in gamba. Forse questo è il momento storico in cui oltre il rispetto, c’è amicizia». È da queste rivelazioni che nasce l’inchiesta unificata. Indagini partite molto prima dell’omicidio di qualche settimana fa di un esponente del tifo nerazzurro, ucciso in macchina all’esterno di una palestra da un altro capo ultrà della Curva Nord. Un episodio criminale che si inserisce in questo contesto, ma che non è stato la causa scatenante.