Un duro colpo per il telemarketing selvaggio: individuata un’associazione a delinquere specializzata in attivazioni telefoniche fraudolente di contratti luce e gas. Nei primi 3 mesi del 2023 i raggiri compiuti dagli indagati hanno portato a un guadagno di 9 milioni di euro.
Il centro operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano ha scoperto l’esistenza di un imponente sistema criminale costituito da due società padovane fornitrici di luce e gas e da numerosi call center con sedi in Italia e in Albania. I raggiri compiuti dagli indagati partivano con numerose e insistenti telefonate, anche la mattina presto e in tarda serata, con cui venivano raccolti i dati delle vittime, le quali erano convinte di parlare con dipendenti dell’Arera (autorità di regolazione per energia reti e ambiente), per attivare finti contratti di fornitura.
Quando non riuscivano a persuadere la vittima gli indagati utilizzavano i dati acquisiti durante le telefonate per attivare ugualmente il contratto apponendo firme false in calce alla documentazione cartacea. In altri casi, quando la procedura di attivazione richiedeva una registrazione vocale, la voce della vittima, registrata durante la telefonata, veniva manipolata ad arte con editor audio o con app di intelligenza artificiale affinché si potessero udire, pronunciati dall’ignaro utente, i necessari dati personali e i vari ‘sì’ in risposta alle domande dell’operatore telefonico incaricato di raccogliere il consenso.
Dopo alcuni mesi, le vittime si vedevano recapitare salatissimi solleciti di pagamento per bollette non pagate. A quel punto iniziava il calvario delle innumerevoli telefonate, dai toni sempre più aggressivi e intimidatori, con cui sedicenti addetti al recupero crediti richiedevano il pagamento dell’insoluto. I toni delle telefonate erano tanto più aggressivi, quanto più le vittime si dimostravano vulnerabili, tra queste, un’anziana donna veneta di 87 anni.
Le perquisizioni locali e informatiche disposte dalla procura meneghina hanno riguardato complessivamente 35 attività, di cui 32 in Italia e 3 in Albania. In particolare le indagini hanno riguardato due sedi operative delle società energetiche padovane, di recente sanzionate dal garante della privacy e dall’antitrust, 12 sedi di call center e 21 soggetti tra amministratori, commercialisti, consulenti e dipendenti delle società energetiche e di call center.