Era l’estate del 1851 quando Amatore Sciesa pronuncio la frase ‘Tiremm innanz’, andiamo avanti. Sciesa era un tappezziere di 37 anni che come tanti milanesi a quel tempo non sopportava il dominio austriaco sul regno lombardo-veneto.
Diversi gruppi infatti combattevano per l’indipendenza, nonostante le azioni repressive messe in campo dal feldmaresciallo Radetzky. La storia racconta che l’artigiano Sciesa si unì ai ribelli repubblicani e fu trovato dalla gendarmeria con manifesti rivoluzionari: dopo un sommario processo fu condannato a morte. La sera del 2 agosto, mentre un corteo lo accompagnava alla forca, i gendarmi lo fecero passare davanti a casa sua, in via Cesare Cantù, promettendogli la libertà se avesse fatto i nomi di altri repubblicani coinvolti nella rivolta.
Sciesa non si fece persuadere e rispose solamente ‘Tiremm innanz’, proseguiamo. Il detto ha assunto un significato eroico e ancora oggi evocare queste due parole richiama la determinazione di chi non torna indietro rispetto alle scelto compiute. La frase è usata per esortare a proseguire la via intrapresa senza dubbi o ripensamenti.