Il dialetto milanese: cercare gamberi e rane 

Sono molti i detti popolari milanesi che derivano da abitudini culinarie. Le rane sono sempre state un piatto saporito e gustoso consumate in guazzatto o nel risotto. È da questi simpatici anfibi che deriva il detto ‘Andà per rann’, ovvero andare per rane.

Per catturare il pregiato animale spesso ci si incamminava dopo il tramonto lungo fossati e ruscelli aiutandosi con una luce flebile: una lanterna troppo forte avrebbe infatti spaventato la preda. Ecco come ‘Va per rann’ indica il procedere incerto di chi si muove quasi al buio. È un modo per riferirsi a chi si muove a tentoni, con poche informazioni, rischiando di sbagliare. A differenza dei cercatori di rane, chi andava a caccia di gamberi di acqua dolce utilizzava una lanterna con una luce forte.

Questi crostacei, ormai quasi scomparsi, erano un altro pregiato piatto che ha dato origine a un detto popolare: ‘Andà a cercàj col lanternin’; cercare con il lanternino indica un carattere determinato e caparbio dotato di pazienza e ostinazione. La caccia ai gamberi di acqua dolce non era infatti cosa facile: richiedeva una ricerca scrupolosa, fra i sassi, immergendo le braccia nell’acqua fredda. Così la persona che cerca ‘col lanternin’ è colei che è capace di trovare le cose dove nessuno le vede.

A causa dell’inquinamento, delle alluvioni e di specie alloctone che hanno minacciato la vita del gambero di acqua dolce è molto più raro trovarlo anche se continua a vivere nel Po e in altri corsi d’acqua.