«Milano ieri ha vissuto una giornata molto difficile: 120-130 mm localizzati di pioggia, in un solo giorno, non era mai capitato negli ultimi 170 anni, e il record era 98 accaduto nel 1990».
A parlare è l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli, dopo i dati registrati relativi alla pioggia caduta a Milano in 24 ore, tra la serata di martedì 14 e per tutta la giornata di mercoledì 15 maggio: «Ma Milano ieri ha anche imparato due cose. La prima: per la prima volta i quartieri di Milano attorno al Seveso non hanno avuto allegamenti e danni, la vasca del Seveso, quella di Milano, ha trattenuto 250.000 metri cubi di acqua evitando che invadesse le strade e le cantine di Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Testi, Zara, Maggiolina, Isola. Sarebbe stata un’esondazione di 10 ore, come quella del 2014, con tutta quell’acqua in città. La vasca e la grande gestione fatta dai tecnici di Mm ha protetto la città. La seconda: anche il Lambro è diventato un fiume che si gonfia ed esonda, e la sua piena ha fatto rigurgitare i tombini di un intero quartiere, Pontelambro, allagandolo. Quando questi fiumi attraversano zone così urbanizzate dobbiamo fare in modo di diminuire l’acqua che immettiamo tutta insieme in poco tempo in essi e dobbiamo fare altre vasche che trattengano l’acqua».
Inevitabilmente, dunque, l’acqua caduta su Milano e sulla provincia è divenata immediatamente una questione politica: «In questi anni Regione Lombardia, Comune di Milano, Aipo, Città metropolitana, Mm e altri hanno costituito un accordo che gestisce il ‘nodo idraulico di Milano’: ora questo accordo faccia un salto in avanti, completi i progetti approvati e finanziati nel più breve tempo possibile, bisogna correre, come la vasca di Milano ha dimostrato che si può fare, e faccia proposte e le metta in cantiere per gestire il Lambro. Quello che è successo ieri a Milano dice che è possibile, dobbiamo avere il coraggio di imparare, decidere, non mollare l’obiettivo. Un enorme grazie a chi ancora ieri ha lavorato intensamente agli impianti e in strada tra la gente, senza sosta, con professionalità e passione; e grazie ai cittadini che con pazienza hanno atteso anni e massima vicinanza e impegno per coloro che hanno avuto disagi e danni dal maltempo».
Dal canto suo, il Comitato NoVasca’, dopo anni di battaglie contro la realizzazione della struttura nel Parco Nord a ridosso delle abitazioni presenti nel Comune di Bresso, ha già annunciato che venerdì 17 maggio alle 10.30 sarà presente in via Aldo Moro: «Per monitorare la situazione dopo il nuovo riempimento della vasca, questa volta fino al massimo della capienza, che ha messo a rischio i cittadini con una tale mole di acque insalubri a 20 metri dalle abitazioni senza però riuscire a evitare del tutto l’esondazione del Seveso». Solo qualche mese fa, quando la vasca era entrata in funzione ma non aveva registrato una piena come nelle ultime ore, il Comitato No Vasca aveva reso chiare le sue posizioni, esternando preoccupazioni riguardo all qualità dell’acqua che veniva contenuta all’interno della struttura costruita nel Parco Nord: «Centinaia di famiglie – avevano dichiarato dal comitato NoVasca – vivono sopra un bacino di raccolta di acque ricettacolo di scarichi fognari, e acque i cui livelli di inquinanti chimici sono sopra soglia (stando alle analisi Arpa). Il laghetto è a due passi dai cortili dove giocano gli alunni della scuola materna e i bambini del nido, con una situazione di degrado igienico protratta per giorni. L’ennesima dimostrazione che un impianto del genere non doveva essere realizzato a 20/30 metri dall’abitato»