Fu probabilmente Giuseppe Rovani a soprannominare la statua di Leonardo da Vinci ‘On liter in quàtter‘, ovvero un bottiglione e 4 bicchieri. Il complesso marmoreo, situato in piazza della Scala, ha al centro la figura di Leonardo che si erge sui 4 allievi Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono, Cesare da Sesto e Gian Giacomo Caprotti (con il nome di Andrea Salaino).
Forse per la prospettiva, o per le proporzioni del monumento con Leonardo in alto e gli altri 4 più piccoli ai suoi piedi, si narra che lo scapigliato Rovani trovò la somiglianza con un bottiglione di vino e 4 bicchieri che rimase impressa ai milanesi e nota espressione per descrivere la statua. Per la costruzione dell’omaggio a Leonardo nel 1856 venne indetto un concorso all’Accademia di Brera.
La città di Milano è affezionata al genio toscano per le molte opere che progettò da quando giunse nel capoluogo lombardo nel 1482, su invito di Ludovico il Moro. Oltre alle diverse opere artistiche si devono a Leonardo i sistemi di convogliamento della acque dei navigli o le ingegnose macchine militari presenti nel Codice Atlantico.
Il concorso dell’Accademia fu vinto da Pietro Magni insieme a 60mila lire come finanziamento. I lavori si rivelarono però più costosi di quanto previsto e lo scultore finì per dover affrontare spese di tasca propria vedendo respinte le richieste di sostegno. Nell’agosto 1870 presentò un atto di diffida giudiziale al Ministero della pubblica istruzione e ottenne infine 72mila lire. Diverse furono le critiche all’opera che molti non ritennero all’altezza delle capacità di Magni tra cui una spietata di Giosuè Carducci ‘Giuro a tutti che il monumento a Leonardo è un orrore’.