Ieri a Sesto San Giovanni si è tenuta la prima edizione degli Stati generali del lavoro, un momento di incontro tra istituzioni e stakeholder del territorio per raccontare le opere svolte e i progetti futuri. In sala consiliare si sono riuniti imprenditori, rappresentanti del mondo politico, referenti sindacali e studenti.
Il sindaco Roberto Di Stefano ha risposto ad alcune domande per approfondire le tematiche trattate.
Sindaco, quali erano gli obiettivi dell’incontro?
«Questa prima edizione degli Stati Generali, che ha registrato particolare successo, è stata l’occasione per discutere di quanto siamo riusciti a fare in questi anni, una vera e propria ‘impresa’. Sesto ha la sua identità, che si esprime attraverso progetti ambiziosi».
Quali sono i progetti centrali di cui si è discusso?
«Sicuramente la Città della Salute, volàno della riqualificazione delle aree ex Falck. Rigenerazione urbana, quindi, con un movimento economico pari a 4 miliardi di euro di investimenti privati, 132 milioni di euro di risorse pubbliche delle quali 70 per opere a scomputo che stanno andando a gara per unione zero e per la predisposizione di Unione Uno, 50 milioni di euro di Pnrr e investimenti pubblici di Comune e Regione, per la realizzazione di piazze, asili, materne, scuole, case popolari, biblioteca, giardini e video sorveglianza. Progetti, dunque, per una Sesto che guarda al futuro. E nel futuro ci sono sicuramente i giovani. Sono loro gli attori delle prossime generazioni, e a loro va tutto il nostro sostegno. Imprese, politica, rapporti tra pubblico e privato».
Che ruolo ha la formazione?
«In questo campo Sesto San Giovanni rappresenta un grande esempio di eccellenza per il territorio lombardo. C’è il centro di formazione professionale Achille Grandi, parte integrante di Afol metropolitana, che propone corsi triennali nei settori della ristorazione e della meccanica offrendo non solo cicli di lezioni professionalizzanti ma anche vere e proprie masterclass aperte a tutti gli appassionati del food nel campo della cucina, della pasticceria, della panificazione, della pizzeria e di degustazione vini. Poi ci sono i Salesiani con il centro di formazione professionale Enrico Falck, una vera e propria istituzione del territorio che crea, ogni anno, una nuova generazione di tecnici specializzati in vari settori, dagli operatori elettrici a quelli meccanici, senza dimenticare gli addetti alla riparazione di veicoli a quelli specializzati nella termoidraulica».
Centri che si sommano all’offerta formativa sestese…
«Esatto, un’offerta caratterizzata anche da istituti tecnici industriali, ipsia, licei, insomma un tessuto coeso che alimenta il sapere e le competenze dei cittadini di domani, offrendo tutte quelle skills che li renderanno ‘attraenti’ per il mercato del lavoro. In questo scenario il ruolo della nostra amministrazione è di grande rilievo nel supporto dei centri di formazione, delle scuole e dei giovani. riteniamo, infatti, che il governo di un territorio debba guardare con forza alle nuove generazioni offrendo tutto il sostegno possibile per non lasciarli soli in un mondo in continua evoluzione. Il futuro passa anche da qui. E Sesto vuole esserci, la nostra Sesto vuole scrivere le pagine più importanti della storia del nostro Paese».
Il focus dell’europarlamentare Silvia Sardone, presente all’iniziativa, è stato invece più orientato al tema dell’occupazione femminile in Italia.
«L’Italia ha un tasso di occupazione femminile del 51% rispetto ai 14 paesi d’Europa che superano il 70% – ha sottolineato Sardone – E questo nonostante il nostro tasso di occupazione sia cresciuto del 14% anche tra i giovani tra i 25 e i 34. Sempre in Italia se la percentuale di ragazze occupate fosse uguale a quella dei loro coetanei maschi avremmo oltre 600.000 lavoratrici. Come favorire l’imprenditoria femminile? Cosa ha messo in campo l’Europa o cosa effettivamente potrebbe mettere in campo? Dunque il tema del lavoro femminile e del gender gap oggettivamente è sempre attuale purtroppo. Vorremmo non parlarne più ma soprattutto io vorrei tanto che queste domande un giorno venissero fatte agli uomini. Spesso nei posti apicali infatti ci sono gli uomini, dovrebbero essere loro a farsi carico di tali istanze. Ma risponderò io, in questo caso: mediamente a parità di profilo professionale le donne guadagnano meno degli uomini e questo nonostante, lo sappiamo, più o meno generalmente la cura della famiglia sia in capo alle donne. Sesto San Giovanni era la città delle fabbriche, era la città operaia, anche conosciuta per questo motivo come la Stalingrado d’Italia. Ecco oggi non è più nulla di tutto ciò. È cambiata e secondo me quella che sarà la Città della salute può essere una grande opportunità per dare una nuova identità alla alla nostra città».