«L’annullamento dei viaggi di istruzione senza motivazione e documentazione a supporto, con una poco chiara comunicazione dell’annullamento e del rimborso, senza contare il mancato utilizzo del contributo volontario chiesto alle famiglie. Ma non solo: proposte di uscite didattiche sul territorio praticamente inesistenti, la struttura scolastica è in totale decadenza, con in ultimo la delibera del bando dei distributori automatici approvata dal consiglio di istituto e mai attuata».
Sono queste le motivazioni che nella mattinata di martedì 27 febbraio hanno portato la quasi totalità degli studenti dell’Itis Cartesio di Cinisello Balsamo (circa 980 gli iscritti all’anno scolastico 2023/2024) a incrociare le braccia e scioperare. Anzi, a onor del vero, più che incrociare le braccia, gli studenti hanno incrociato le gambe e si sono seduti per terra nei corridoi della scuola, scegliendo volontariamente di non entrare in aula in segno di protesta nei confronti della dirigenza scolastica, rappresentata dalla dottoressa Chiara Arena, in carica dall’1 settembre 2019.
«Sui viaggi di istruzione dobbiamo constatare una mala organizzazione generale». A spiegarlo sono i rappresentanti di istituto degli studenti Cristian Cirillo e Plavitu Alexandru Constantin che proseguono: «I luoghi delle gite sono cambiati più volte: alcune classi da Praga sono state poi ‘spostate’ a Monaco di Baviera, prima dell’annullamento completo. Senza contare prezzi assolutamente poco accessibili visto la proposta che veniva fatta: tutte soluzioni da dover raggiungere in pullman, con 12 ore di viaggio. A novembre il consiglio di istituto aveva deliberato i viaggi: l’organizzazione degli stessi è partita con notevole ritardo dopo la metà di gennaio, presentando alle classi dei programmi di viaggio praticamente inesistenti. A queste condizioni gli studenti di diverse classi, anche come segno di protesta, hanno preferito rinunciare al viaggio. Questa rinuncia è stata usata in modo improprio e non corretto da parte della dirigenza per annullare tutti i viaggi, anche quelli già definiti, pagati e di partenza a breve, in alcuni casi appena 4 giorni dopo, senza l’approvazione del consiglio di istituto. E adesso come funziona il rimborso, sarà totale o parziale? I tempi? Noi abbiamo pagato tempestivamente e nonostante ciò la scuola non si impegna a rimediare all’annullamento».
Ma non è tutto, perché gli studenti seduti tra i corridoi della scuola lamentano anche le condizioni attuali della struttura, tra pesanti infiltrazioni d’acqua nei giorni di maltempo, proprio come quelli in cui è andato in scena lo sciopero, pannelli che cadono al suolo e secchi sparsi in vari punti per contenere l’acqua. «Gli interventi non vengono effettuati – si legge nelle motivazioni che hanno portato all’agitazione -, alcuni studenti si sono dovuti rifiutare di entrare in classe per avere le finestre, che erano tenute chiuse con lo scotch, per poi essere riparate solo in pieno inverno quando la situazione era stata segnalata già a settembre. I pannelli da poco sostituiti sono già rovinati per via delle infiltrazioni d’acqua e talvolta cadono dal soffitto, è corretto sostituire i pannelli interni prima di riparare il tetto esternamente? L’estetica della scuola non conta se poi non sta in piedi».
La gestione di questi aspetti non è legata direttamente alla direzione scolastica, ma a Città Metropolitana, rappresentata nel corso della mattinata dalla consigliera delegata Daniela Caputo, che si è confrontata con i ragazzi, i genitori, con la dirigente scolastica e ha effettuato un sopralluogo della scuola: «Il collega delegato Roberto Maviglia che si occupa del settore scuole, al quale ho riferito del confronto odierno, ha accolto con piacere la mia proposta di fissare un incontro con le parti, nel quale poter offrire una più puntuale e dettagliata informativa su quanto già fatto e quello che ancora verrà fatto come lavori di riqualificazione della struttura scolastica. Ben 9,5 milioni di euro sono stati stanziati per questo istituto onnicomprensivo, di cui 6 milioni per efficientemento energetico e 3,5 per controsoffittature e finestre delle palestre. Ho anche fatto un sopralluogo prendendo nota di quanto i ragazzi hanno sottoposto alla nostra attenzione e che ho riportato al delegato preposto. Credo sia importante aver dato spazio all’ascolto delle osservazioni e bisogni del mondo studentesco perché è da loro che dobbiamo trarre sempre più stimolo a risolvere necessità di nostra competenza e attenzionare a chi di dovere necessità sempre maggiori. Le nostre scuole hanno bisogno di un investimento costante che non si potrà pensare concluso coi progetti Pnrr. Dobbiamo essere un Paese che investe di più sulla scuola e sulle strutture scolastiche».
Nelle prime ore dello sciopero era presente una delegazione del Comune di Cinisello Balsamo, rappresentata nelle figure del sindaco Giacomo Ghilardi, del vicesindaco Giuseppe Berlino, dell’assessore all’Istruzione Gabriella Fumagalli e del consigliere comunale Giuseppe Ausilio. Ricevuti dalla dirigente scolastica, la rappresentanza istituzionale ha avuto il ruolo di mediazione tra l’istituto e gli studenti, ottenendo che le parti si incontrassero e rimanendo in attesa di aggiornamenti.
Nel mentre le parti si incontravano, anche i genitori presenti hanno voluto manifestare la loro contrarietà alla gestione: «Non è chiaro perché non sia stata considerata, per esempio, la possibilità di utilizzare il residuo del contributo volontario che le famiglie degli studenti del Cartesio hanno versato». Il riferimento di Mariastella Tramarin, una dei genitori inseriti all’interno del consiglio d’istituto, è al fatto che per ogni studente del biennio le famiglie versano 120 euro, quota che sale a 140 per gli studenti del triennio. Secondo i dati riportati dai genitori, il totale del residuo non utilizzato e non considerato ammonta a un totale di oltre 200mila euro, frutto dei 395.303 euro raccolti tra il 2019 e il 2023 e i 186.921 spesi nello stesso periodo. «La percentuale utilizzata di questi fondi che vengono chiesti alle famiglie è pari al 28,44% del totale – denunciano i genitori -. Il contributo rimane nelle casse della scuola e non viene utilizzato come dovrebbe. È da anni che ormai le famiglie pagano il contributo volontario per migliorare l’offerta della formazione che la scuola dovrebbe ampliare utilizzando i fondi del contributo volontario, ma niente ancora è cambiato, sempre le stesse problematiche e nessuna soluzione al problema».
Anche il tema delle macchinette per gli snack è di stretta attualità per gli studenti e ai genitori: i distributori automatici erano presenti nella scuola fino al 2019, ma dopo la riapertura post covid sono state tolte e mai sostituiti. «Nel complesso scolastico ci sono tre istituti di cui due hanno i distributori e noi no, è ormai quattro anni che siamo senza macchinette e nemmeno un fontanella per bere acqua nonostante le continue richieste che facciamo da anni», proseguono Cirillo e Costantin.
«Non ho niente da dichiarare», le parole del dirigente scolastico, la dottoressa Chiara Arena, che dietro a precisa domanda dei giornalisti presenti ha preferito non rilasciare alcun commento a caldo sullo sciopero che ha interessato l’Itis Cartesio di Cinisello Balsamo nella mattinata di martedì 27 febbraio.