Milano, Alessia Pifferi dichiarata capace di intendere e volere

Oggi a Milano è stata depositata la perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi abbandonandola in casa per 6 giorni. La perizia, chiesta dalla corte d’Assise e firmata dallo psichiatra forense Elvezio Pirfo, la dichiara capace di intendere e di volere nel processo per omicidio volontario aggravato; l’avvocato della difesa, Alessia Pontenani, aveva già presentato una perizia dove invece le capacità intellettive di Alessia Pifferi venivano paragonate a quelle di un bambino.

Nel documento presentato oggi si legge che «non essendo dimostrabile né una disabilità intellettiva, né un disturbo psichiatrico maggiore né un grave disturbo di personalità, è possibile affermare che Alessia Pifferi al momento dei fatti per i quali è imputata era capace di intendere e di volere». Alessia Pifferi ha spiegato, durante i colloqui, di come lasciasse la bambina in casa da sola nel fine settimana con biberon di latte e acqua. Tra il 14 e il 20 luglio 2022 l’abbandonò per passare dei giorni insieme a un uomo che frequentava e, come dichiara allo psichiatra forense «la mia mente si era come spenta e si è dimenticata del ruolo di mamma».

La perizia riconosce un’infanzia problematica che l’ha portata a sviluppare una dipendenza dagli altri e una personalità non in grado di provare empatia. Nonostante questo risulta «un funzionamento mentale adeguato e coerente al proprio grado di acculturazione e di esperienza esistenziale e non è portatrice di Disabilità Intellettiva».