Con le piogge di settimana scorsa è stata utilizzata per la prima volta la vasca di laminazione di Bresso e le fasi di svuotamento e pulizia hanno sollevato polemiche da parte dei cittadini. Con una lettera al prefetto anche il sindaco di Bresso Simone Cairo ha chiesto un intervento di verifica segnalando «odori non gradevoli in direzione di Niguarda, del quartiere Papa Giovanni, l’asilo e la scuola materna» e chiedendo «di convocare un tavolo di confronto con urgenza dopo che il primo utilizzo parziale ha sprigionato odori che recano un danno oggettivo agli abitanti».
Circa duemila abitanti hanno lamentato disagi dovuti a potenziali esalazioni e odori acri a seguito della prima prova di riempimento controllata. Marco Granelli, assessore alla Sicurezza per il Comune di Milano, aveva annunciato venerdì 9 febbraio il riempimento della vasca che «alla fine dell’allerta meteo sarebbe stata svuotata con le pompe e subito pulita dai fanghi lasciati sul fondo e sulle sponde e l’attivazione di tutti i monitoraggi ambientali e i campionamenti, a tutela di tutti».
Un gruppo di cittadini lunedì 12 febbraio ha effettuato un sopralluogo in presenza della questura constatando che il lago era ancora pieno d’acqua stagnante. «Le acque che vengono incanalate nella vasca provengono dall’ultimo tratto del Seveso e sono particolarmente inquinate sotto gli standard di qualità ambientale da un punto di vista chimico – spiega Matilde Minella, presidente del Comitato No Vasca di Bresso -. I livelli di batteri di origine fecale sono altissimi a causa dello scarico fognario che confluisce nel Seveso. Quest’acqua ristagna da quasi una settimana e le operazioni di svuotamento, iniziate dopo 4/5 giorni, non sono ancora terminate» lamentano dal comitato No Vasca. Oltre al problema del tardivo svuotamento l’altro tema su cui si sollevano le polemiche è legato alla pulizia della vasca e della scogliera: «Tra lunedì 12 e martedì 13 hanno iniziato a lavorare gli operatori, coperti da tute di protezione integrali, utilizzando lance d’acqua ad alta pressione che hanno sollevato le nuvole tossiche nell’aria, imbrattando di fango e di acque reflue i davanzali e i balconi, anche a piani alti» ha spiegato preoccupata Matilde Minella.
«L’aria è irrespirabile da giorni – prosegue – e molti cittadini dopo 24/48 ore dal riempimento della vasca hanno manifestato sintomatologie respiratorie, tosse, bruciore alla gola e agli occhi, classici sintomi dell’esposizione a una sostanza inquinante. I composti stagnanti reagiscono tra loro e creano nuove sostanze che dovrebbero essere analizzate attraverso dei filtri». In attesa della risposta da parte di MM il comitato No vasca ha allertato anche Ats e Arpa chiedendo l’analisi della situazione con il campionamento dei fanghi, e la possibilità di costruire un tavolo di confronto.