È stato appena pubblicato il rapporto nazionale sulla qualità dell’aria di Legambiente e Cleancities campaign, ‘Mal’aria di città 2024’ relativo ai dati del 2023: 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di PM10 l’anno scorso. A preoccupare gli esperti sono però i primi dati del 2024 soprattutto in Lombardia: in tutti i capoluoghi della pianura padana si sono mantenute concentrazioni di Pm10 ben al di sopra della soglia di legge (40 microg/mc).
La peggiore è Monza che registra un valore medio prossimo ai 60 microg/mc ma non va molto meglio nelle altre città, a partire dal quadrilatero degli allevamenti intensivi, (Cremona, Brescia, Bergamo e Mantova) e poi Milano (51,1 microg/mc), Lodi (50,6 microg/mc) e Pavia (47,3 microg/mc). Se Si considerano i primi 38 giorni dell’anno, Milano e Monza si sono mantenute nella fascia critica di inquinamento dell’aria per ben 22 giorni.
«Regione Lombardia deve rivedere sia le misure emergenziali sia i provvedimenti strutturali, con la salute dei cittadini non si scherza – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Per ciò che riguarda le misure emergenziali, non serve agire quando l’accumulo è già notevole, occorre introdurre il modello predittivo e preventivo come già avviene in Emilia-Romagna, mentre strutturalmente è urgente iniziare una seria politica di riduzione dei veicoli diesel, responsabili sia del biossido di azoto sia del particolato secondario. In ambito agricolo, non si deve consentire lo spandimento dei liquami sia prima sia durante gli episodi di accumulo degli inquinanti».