L’asta giudiziaria che avrebbe dovuto salvare l’azienda Smemoranda si è tenuta a Milano in questi giorni ma nessun investitore ha scelto di impegnarsi nel progetto. Potrebbe essere la conclusione di una storia iniziata nel 1978 dall’idea di Luigi Vignali, Michele Mozzati e Nico Colonna. La crisi di Smemoranda prosegue ormai da qualche anno dovuta principalmente al crescere della digitalizzazione e peggiorata durante la pandemia con le lezioni a distanza quando sempre più ragazzi hanno iniziato a usare il tablet.
Un’agenda che, con inserti, saggi, fumetti, ha accompagnato i nati tra gli anni ’60 e ’90 per 45 anni. Inizialmente il progetto non aveva finalità commerciali, proponeva un concetto di agenda diverso, con contenuti da scoprire durante l’anno e non solo un modo per annotare gli appuntamenti. Oltre 300 i collaboratori tra cui Federico Fellini, Roberto Benigni, Gualtiero Marchesi e le maggiori firme di fumettisti come Altan, Corradi o Zerocalcare per citarne alcuni che avvicinavano la ‘Smemo’ al concetto di ‘rivista annuale’. Il diario era anche uno strumento per affermarsi e raccontarsi, personalizzando la copertina e riempiendo le pagine con adesivi e dediche raccolte dai compagni di classe durante l’anno. La scomparsa della Smemoranda è un segnale del cambiamento delle abitudini e delle necessità delle persone che sempre di più si affidano a mezzi tecnologici.