Lunedì 4 dicembre il Comune di Milano ha dichiarato operativa la vasca di laminazione realizzata nel Parco Nord per il contenimento del Seveso. Dal Comitato No Vasca, composto da un gruppo di attivisti che vivono a Bresso vicino all’opera, arriva la protesta: «Non c’è stato nessun collaudo dell’impianto» dichiarano.
Il 30 novembre e il 2 dicembre si sono verificate piogge abbastanza intense sulla zona che dovevano essere occasione per collaudare l’impianto portando parte delle acque del Seveso nell’invaso. Il comitato era in strada sabato 2 dicembre a manifestare e verificare quanto avevano garantito gli stessi ispettori di Marco Granelli, assessore del Comune di Milano alla Sicurezza, in risposta a una loro istanza: i test alla vasca sarebbero dovuti avvenire entro il 30 novembre, con acque piovane o in modo forzato. «Quello che è stato collaudato è il sistema di pompaggio delle acque reflue – spiega Matilde Minella, portavoce del comitato No Vasca – ma questo non c’entra con la funzionalità della vasca in caso di alluvione e la cosa che lascia attoniti è che si dichiari che la vasca sia operativa». Il 2 dicembre il comitato ha constato che il laghetto conteneva pochissima acqua, pulita, che non ha pertinenza con la gestione delle esondazioni. Le acque del Seveso, che non era in piena ma aveva acqua sufficiente per fare i test, sono state fatte confluire nel Ticino attraverso lo scolmatore di nord-ovest. «L’apertura dello scolmatore è stata documentata da un membro del comitato di Senago – spiega Minella – questo significa che non c’è stata l’intenzione di usare le piogge come collaudo dell’intero sistema. Se dovesse arrivare una precipitazione emergenziale come quella degli scorsi mesi, come si potrà usare un’opera che non è stata collaudata?» Si chiede preoccupata la portavoce del comitato.
Chi vive sopra il laghetto riferisce che sia ancora una zona completamente cantierizzata. La creazione della pista ciclo pedonale ha comportato una corsia di asfalto che occupa l’unico spazio possibile per nuove piantumazioni. Questo è uno dei punti su cui il comitato vorrebbe raggiungere un punto di contatto con la direzione dei lavori; i vincoli regionali che riguardano le compensazioni con aree verdi, infatti, non sono stati rispettati. «Inizialmente Parco Nord aveva proposto una serie di piantumazioni che avrebbero fatto da schermo alle esalazioni del laghetto ma il percorso asfaltato ora impedisce quest’iniziativa» conclude Minella.