Chiusura Areu ai giornalisti, l’attacco a Bertolaso e la replica: «Resto sconcertato»

È polemica sulla chiusura ai giornalisti della sezione ‘real time’ del sito di Areu, l’Agenzia regionale di emergenza urgenza. Fino a pochi giorni fa, infatti, i cronisti iscritti all’albo potevano accedere alla sezione per visualizzare, nel pieno rispetto della privacy, gli interventi sul territorio lombardo di ambulanze, automediche e dell’elisoccorso. Senza alcun preavviso e per motivazioni non del tutto chiarite la sezione è stata oscurata improvvisamente venerdì scorso, lasciando di fatto i giornalisti senza uno strumento fondamentale per svolgere il proprio lavoro.

A seguito dell’incontro tra i rappresentati dell’Ordine dei Giornalisti e l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, le valutazioni delle parti in questione sono molto discordanti. «L’Associazione Lombarda Giornalisti, il Gruppo Cronisti Lombardi, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e Nazionale, i Comitati di redazione e i fiduciari delle testate lombarde ritengono la scelta della Regione Lombardia, guidata dal presidente Attilio Fontana, un errore che mina gravemente il diritto all’informazione dei cittadini lombardi. Guido Bertolaso durante l’incontro non ha accettato di riaprire il servizio, ma ha parlato di valutare col ministero della Salute e il Garante della Privacy la funzionalità del portale, prima di decidere se e come riaprirlo – si legge in un comunicato congiunto -. Una risposta inaccettabile, che a nostro avviso mostra la volontà di non riaprire. Ci sembra inoltre grave che, in tema di sanità, il primo intervento dei nuovi vertici regionali sia quello di ‘governare l’informazione’ invece di preoccuparsi delle inefficienze della sanità stessa, che ha ben altre urgenze d’intervento. Il sistema ‘real time’ Areu funziona, non viola regole e non impatta negativamente con nessuna attività di primo soccorso che si svolge sul territorio». Per questo motivo, l’Ordine Giornalisti, il Gruppo Cronisti e Alg si riuniranno giovedì 20 aprile alle 12 a Milano in piazza Città della Lombardia sotto la sede della Regione per un presidio di protesta.

La risposta di Guido Bertolaso non è tardata ad arrivare: «Una decisione maturata dall’esigenza di rimodulare il servizio. Ho spiegato fin da subito che non c’è mai stata l’intenzione di impedire il diritto di cronaca, pur ricordando che la missione di Areu è quella di prestare soccorso ai cittadini. Purtroppo con l’avvento dei siti di informazione online, nei quali troppo spesso lavorano giornalisti senza il dovuto riconoscimento contrattuale previsto dalla categoria, oggi abbiamo rilevato che i tempi per elaborare le notizie si sono ridotti drasticamente compromettendo, in taluni casi, di accertare la realtà dei fatti e la completezza dell’informazione. Ho semplicemente chiesto ai miei interlocutori di attendere due settimane per poter mettere a loro disposizione un servizio più coerente. Ho anche informato i rappresentanti dell’Ordine e dei sindacati dei cronisti di aver dato mandato ad Areu di riservare nel frattempo delle linee telefoniche dedicate per consentire ai giornalisti di accedere comunque alle informazioni dei soccorsi effettuati». L’assessore al Welfare si difende dunque dalle accuse e dichiara che i rappresentati dell’Ordine hanno veicolato informazioni false: «Alla luce di tanta disponibilità, riconosciutami anche dai partecipanti alla riunione di questa mattina, resto sconcertato nel leggere il comunicato da loro appena diffuso che riporta dichiarazioni assolutamente false come quella che avrei dovuto ‘fare valutazioni con il Ministro della Salute e con il Garante della Privacy, prima di decidere se e come riaprirlo’ omettendo completamente la mia intenzione di riaprire il portale una volta completate le modifiche necessarie», conclude.