Se pensate che lo strongman sia uno sport prettamente fisico, con i limiti e i blocchi imposti dal corpo, forse non conoscete la storia di Mattia Ravasi. Padernese, classe 1990, ha dimostrato che lo strongman è prima di tutto testa, e necessità costante di superare i propri limiti. E che si può conquistare il primo gradino del podio, battendo fra l’altro il record italiano, anche con un grave infortunio.
Lo strongman si basa essenzialmente sulla forza fisica e una delle prove è lo stacco da terra, una tipologia di sollevamento pesi. Sabato è andata in scena a Carpi, nel modenese, una delle gare più importanti di questa disciplina: il Maxima, campionato italiano strongman di Tyre Deadlift. Il tyre è una gara che consiste nell’utilizzare per lo stacco da terra le gomme dei camion e punta sulla forza massimale. Qui Mattia Ravasi si è classificato primo nella categoria -105 chili, sollevando 401 chili e battendo il record nazionale di 400, detenuto sempre da lui. Tutto questo, con una spalla rotta.
«Adesso dovrò fermarmi per un lungo periodo perché dovrò sottopormi a un intervento alla spalla che mi costringerà a uno stop almeno per tutto l’anno – spiega Ravasi – Ma sono contento di lasciare la pedana da campione. Sono felice anche perché io e mia moglie abbiamo un bimbo in arrivo e quando finalmente tornerò a gareggiare dopo la pausa porterò sul podio con me il mio piccoletto, o la mia piccoletta».
Mattia è salito sulla pedana chiamando prima 340 chili, poi il secondo step è stato con 370. Ha voluto tentare infine i 401 (saliti al secondo tentativo), i chili che gli hanno permesso di vincere l’oro e di battere ogni record.
Se pensate, poi, che lo strongman sia uno sport individuale, Mattia vi smentirà anche qui. Al suo seguito infatti c’è sempre una squadra, a sostenerlo e incitarlo. La moglie Serena, il papà Paolo e l’amico storico Frenk, oltre alla schiera di avversari che ormai sono diventati suoi amici e tifosi. E squadra che vince non si cambia. Al massimo, si allarga.