Sembra che il 2022 avrà il primato di essere l’anno più caldo della storia dal 1800, per quanto riguarda l’Italia. Sono 12 mesi che gli allarmi e le continue anomalie climatiche, che si sono ripetute mese dopo mese, hanno fatto riflettere su quanto sia grave il tema del cambiamento climatico, che in maniera evidente ha danneggiato la nostra penisola, con la siccità che ha rovinato i raccolti, messo in sofferenza gli allevamenti. Il caldo ha stravolto le stagioni, aumentato l’inquinamento nelle metropoli, messo a rischio la salute delle persone, danneggiato la flora e la fauna dei mari, mutato le migrazioni degli uccelli.
Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma – Cnr, dichiara come riposta Ansa che il primato del 2022 riguarda sia le temperature massime che quelle medie (per le minime l’anno record è stato il 2018). Anche i giorni di festa hanno registrato un caldo da record, che fa chiudere l’anno in linea con la tendenza rilevata da gennaio: queste temperature allarmanti, registrate anche in altri paesi europei, hanno una analogia con il freddo polare che ha colpito l’Est degli Stati Uniti. Precisa il climatologo Gozzini che queste due facce della stessa medaglia sono la conseguenza del jet-stream, la naturale circolazione dell’aria con andamento sinuoso che attraversa tutto il pianeta mantenendosi a 9-12 km di altitudine e che influenza i sistemi di alta e bassa pressione.
Il jet-stream influenzato dai cambiamenti climatici ha trasportato aria fredda determinando il gelo negli Stati Uniti e nella penisola scandinava e di contro, con il richiamo di aria di origine nord africana, ha determinato temperature molto calde nel bacino del mediterraneo, dividendolo in due dal punto di vista ‘termico’: freddo polare e caldo africano. La curva, prosegue il climatologo, avendo un andamento sinuoso, localizza i centri di alta e bassa pressione condizionando le temperature a livello locale.