Natale, neve, famiglia. Ma anche: cibo, amicizia e regali. Già, i regali. Tanto belli quanto, allo stesso tempo, problematici. Perché a volte trovare quello giusto è davvero complicato.
Anzi, a volte semplicemente trovarlo è difficile. «Quest’anno lo giuro: niente regali». Alzi la mano chi non ha mai sentito questa frase. Che poi, l’idea di scambiarsi i regali a Natale chi l’ha inventata? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è una tradizione recente ed esclusivamente legata alla nascita di Gesù, la vera ricorrenza legata al 25 dicembre. Sull’origine di questa tradizione, infatti, vi sono pareri contrastanti e la storia dei regali di Natale porta a mescolare le credenze popolari con la simbologia cristiana.
Da un lato ci sono studiosi che ne attribuiscono l’inizio all’Antica Roma, ancor prima della venuta di Cristo, in concomitanza con la nascita del termine ‘strenne’. ‘Strenae’ in latino, indicava la festa dell’anno nuovo che si celebrava alle calende di gennaio, in stretta relazione con la dea Strenia, una divinità della religione romana simbolo del nuovo anno, di prosperità e buona fortuna. Un regalo come augurio di buona fortuna per il nuovo anno.
Solo dal Medioevo sarebbe entrato in gioco l’aspetto legato alla cristianità. La Chiesa antica, infatti, non celebrava il Natale. I ‘regali’ sono legati ai doni presentati dai re magi, ma soltanto nel Medioevo si cominciò a fare dei doni ai bambini perché ricordassero la nascita di Gesù come un momento di gioia.
Con il passare degli anni, fino ad arrivare a oggi, il regalo di Natale ha assunto ben altra dimensione, ‘adeguandosi’ al consumismo. Ma l’affetto che è legato a un particolare dono, quello no, non è legato a nessuna logica di mercato.Elia Fabio Silvestri