La politica dei numeri, delle percentuali. Insieme o divisi. La partita è iniziata, nonostante il voto delle politiche (salvo colpi di scena) sia fissato per la primavera del 2023.
La legge parla chiaro: dalla prossima legislatura meno parlamentari, da 630 a 400 e meno senatori da 315 a 200 elettivi. Dunque, meno poltrone e molti saluti… a malincuore. Ecco quindi le grandi manovre per restare e trovare una candidatura sicura, cosiddetta ‘blindata’. Da soli occorre almeno raggiungere il 4%, la metà per i partiti coalizzati (Camera), cosa diversa al Senato.
Nascono i gruppi, i movimenti e i cambi di casacca. Ognuno ha le sue ragioni e le sue verità. Ma perché non riformare e cambiare la legge che permette a chi eletto con una coalizione di uscire da quest’ultima e passare a un’altra o formare un gruppo autonomo? I cambi, se debbono esserci, devono rimanere all’interno della coalizione.
Chi invece è solo eletto con un partito senza alleanze, dovrebbe dimettersi e fare entrare al suo posto il primo dei non eletti: pura utopia. Intanto la crisi di governo è dietro l’angolo, e l’Europa ci guarda, fate un po’ voi!
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani.