«I progetti previsti sui due milioni di metri quadri di aree dismesse rivoluzioneranno volto e identità della città e genereranno un un indotto straordinario che vedrà protagonisti gli artigiani per le prossime generazioni».
A spiegarlo è Marco Accornero, segretario generale di Unione Artigiani, che proprio sull’indotto ha aggiunto: «Pensiamo solo all’arredo, alla pulizia e alla manutenzione di case, uffici, ospedali e parchi, ai servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti, alle consegne, il trasporto non di linea, l’artigianato alimentare e artistico. Insieme ai settori tradizionali ci saranno mestieri artigiani nuovi, legati all’ambito del 3D e della digitalizzazione soprattutto in ambito sanitario – spiega Marco Accornero, Segretario Generale di Unione Artigiani -. Il confronto continuo con il Comune di Sesto San Giovanni e con i promotori dei grandi interventi consentirà di comprenderne in presa diretta le esigenze, programmare gli investimenti e progettare la formazione dei futuri artigiani, a partire dai giovani».
Nell’incontro a cui hanno preso parte Unione Artigiani, Cna e Confartigianato, oltre ai candidati sindaco Roberto Di Stefano e Michele Foggetta, sono stati presentati i dati relativi a Sesto San Giovanni: sono 1979 le imprese attive, con un dato stabile dal 2014. Di queste, 1637 sono ditte individuali e 342 le società. Ancora più nel dettaglio, 569 del settore edilizia, 296 ramo pulizie, 171 servizi alla persona, 105 metalmeccanica.
Secondo i dati annunciati, il 47% delle imprese sono straniere, in particolare il 68% dell’edilizia, l’89% delle pulizie. Il calo più significativo è stato il – 27% settore legno arredato, nell’ultimo anno passato da 56 a 41. L’età media dei titolari è over 50 per gli italiani, 40 stranieri, mentre per quanto riguarda il genere l’84% sono uomini e il 16% donne.