Trentotto anni, mamma single di due figlie di 14 e 5 anni, la quotidianità di una vita come tante, divisa tra il lavoro da pasticcera e la cura delle bambine, almeno fino a quando a Kiev arriva la guerra.
Da quel momento tutto cambia per Olga, che cerca rifugio dapprima nella cantina di casa, dove dorme per tre notti con le figlie. Poi è proprio la f iglia maggiore a chiederle di scappare. Olga prende un taxi fino alla stazione dei treni più vicina, dove supplica la folla di passeggeri per avere un posto nei vagoni affollatissimi: «Siamo state in piedi molte ore, schiacciate in mezzo a tante famiglie con bambini neonati e animali da compagnia. Alla fine siamo arrivate a Leopoli in piena notte, aiutate da alcuni volontari siamo riuscite a prendere un treno che in 11 ore di viaggio in piedi ci ha portate in Polonia».
Da qui la donna e le figlie sono state aiutate dalla federazione di ginnastica ritmica che segue la f iglia maggiore e le tre hanno trovato ospitalità in casa di una famiglia cinisellese, che dal 16 marzo le ospita e si fa carico di tutte le spese. Ma le difficoltà, per Olga, non sono terminate con l’arrivo in Italia: «Voglio poter supportare le mie figlie. So che moltissime donne ucraine vengono prese per fare le pulizie ma io ho un’educazione superiore, sono qualificata per lavorare come pasticcera e determinata a cercare lavoro in questo campo, nonostante lo scoglio della lingua. Non voglio fare un lavoro per sopravvivere, perché sono già una sopravvissuta e vorrei poter integrarmi con dignità in questo paese, che per ora, e per chissà quanto tempo ancora, chiameremo casa».
E Davide, che fa parte della famiglia che ospita Olga e le figlie lancia un appello: «Se qualcuno a Milano e dintorni volesse offrire una possibilità di lavoro a Olga, nell’ambito della pasticceria e simili, può contattarmi a questo numero: 349.222.23.08».