Teatro alla Scala, esonerato il maestro russo Valery Gergiev

Valery Gergiev, foto dal profilo Facebook ufficiale del musicista russo.

Negli scorsi giorni, Dominique Meyer, Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, ha scritto una lettera al Maestro Valery Gergiev comunicandogli che il Teatro affiderà a un nuovo direttore le rappresentazioni dell’opera La dama di picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij in programma da sabato 5 marzo.

«Nella mattinata del 24 febbraio, in seguito all’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito russo avvenuta nella notte, il Sovrintendente, d’intesa con il Sindaco e Presidente della Fondazione, aveva scritto al Maestro una lettera invitandolo a pronunciarsi in favore della risoluzione pacifica delle controversie, in linea con il dettato della nostra Costituzione. Non avendo ricevuto risposta a sei giorni di distanza, e a tre dalla prossima rappresentazione, risulta inevitabile una diversa soluzione», spiega una nota del Teatro stesso.

Le prossime recite de La dama di picche saranno dirette dal Maestro Timur Zangiev, che ha già diretto parte delle prove ottenendo un forte apprezzamento da parte dell’Orchestra.

«Il Teatro alla Scala ribadisce la sua vicinanza ai cittadini ucraini vittime dell’aggressione e ai tanti cittadini russi che in questi giorni hanno coraggiosamente espresso la loro condanna della guerra. Il nostro Teatro resterà sempre un luogo di confronto e di dibattito tra diverse tradizioni e culture», conclude la nota.

Anche Beppe Sala condanna il silenzio di Gergiev

«Sul caso Gergiev e precisare due cose – ha dichiarato sui profili social ufficiali il sindaco di Milano, Beppe Sala -. La prima: nessuna abiura è stata richiesta al Maestro russo, gli è stata chiesta una dichiarazione di presa di distanza dalla guerra. Lui ha ritenuto di non farlo, altri grandi artisti russi lo hanno fatto. La seconda: praticamente tutti grandi teatri d’opera con cui Gergiev stava collaborando (Carnegie Hall, Wiener, Monaco, Edimburgo , Rotterdam, Parigi, Amburgo, Baden Baden) hanno in questi giorni rinunciato alla sua presenza. Stiamo sbagliando tutti?».