In un momento in cui la curva pandemica finalmente volge al declino, ci si avvia verso una fase di cambiamento e di nuova apertura, lo stato di emergenza non sarà confermato dopo il 31 marzo ed il Governo in maniera graduale, valuterà come attuare le misure precauzionali, adattandole alla nuova fase che ci aspetta.
Le nuove parole d’ordine sono ottimismo e fiducia verso il futuro, senza dimenticare l’importanza di agire con cautela, guidati dall’intelligenza affinchè la sicurezza sia al primo posto e ricordando sempre che essere usciti dall’emergenza non significa aver debellato il virus. Come riporta l’Ansa in più dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza e del sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ribadisce: «Con il 31 marzo e la fine dello stato di emergenza, inizierà una nuova fase, ci sarà l’allentamento graduale delle misure restrittive, tra cui certamente anche del Green Pass. Oggi ci sono le condizioni per non rinnovare lo stato di emergenza. Sul Green Pass però va fatta una netta distinzione: per gli over 50 sui posti di lavoro l’obbligo del rafforzato dura fino al 15 giugno, ci sono ancora 10 milioni di persone che devono fare la dose booster, anche per questo le misure di allentamento devono essere graduali».
Se l’obiettivo per il governo è arrivare a 49 milioni di italiani con il booster, ovviamente la pressione sull’importanza della vaccinazione non potrà attenuarsi. Il sottosegretario ha lasciato intendere che potrebbe alleggerirsi il discorso del Green Pass per i locali bar o ristoranti che hanno uno spazio all’aperto, consentendo il passaggio dal Super Green Pass al Green Pass base.
Altra necessità per il Governo, è allineare i provvedimenti affinchè ci sia coerenza tra i provvedimenti che permettono alle persone di entrare in Italia grazie ad un semplice tampone negativo, ed i provvedimenti che limitano i servizi ai quali, una volta entrati in Italia, possano accedere con il medesimo tampone, in assenza di green pass. Mentre torna sotto la soglia del 10% secondo i dati Agenas, l’occupazione in terapia intensiva di pazienti con Covid-19, rimanendo intorno al 20% l’occupazione dei reparti di area medica non critica, nel Lazio parte la quarta dose per i fragili ed è la prima regione in Italia.
Flavia Pruner