I riflettori sono puntati su Sesto e sulle prossime elezioni comunali. Insieme a Vinicio Peluffo, segretario regionale del Pd in Lombardia, abbiamo ragionato su quali obiettivi attendono la città adesso, su come si sta intervenendo in Regione per il territorio del Nordmilano e sul programma Dem per le prossime amministrative.
Quali sono le proposte del Pd a livello regionale per il territorio del Nordmilano?
Quella del Nordmilano è un’area che rappresenta una straordinaria opportunità, non solo per la Città Metropolitana ma per l’intera Lombardia. Lo è in ragione delle potenzialità di un territorio in cui si concentrano importanti progetti di riqualificazione urbana e di connessione tra tessuto industriale e competenze diffuse. Tutto ciò necessita di infrastrutture adeguate e sostenibili, ed è su questo che il Pd ha il compito di concentrare le proprie progettualità.
Esiste un’agenda regionale dedicata alle periferie?
Certo, basti pensare che una parte significativa dei fondi del Piano Nazionale di Riforma e Resilienza è dedicato specificamente alla riqualificazione urbana. In questo senso va data vita a progetti che rendano vive, attrattive e connesse le porzioni di territorio urbano finora più trascurate. In questo senso dovranno essere utilizzati anche i fondi europei dedicati alla transizione ecologica, così da consentire investimenti sull’efficientamento energetico degli immobili, tanto quelli pubblici quanto quelli privati; in questo modo si otterranno significativi risparmi sulle utenze, oltre che minori emissioni inquinanti. Altri investimenti andranno fatti sul fronte della riqualificazione delle case popolari, con l’implemento di nuovi progetti per abitazioni a canone calmierato.
Quali sono gli step da affrontare per il tema ambientale?
Le gravi conseguenze dovute al cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: da tempo sono un fatto, non più una opinione. Quello che occorre fare è agire, soprattutto agire rapidamente così da intanto ridurre e poi azzerare il prima possibile – secondo gli obiettivi del millennio – le emissioni di anidride carbonica. Su questo fronte gli impegni che si sono assunti l’Italia e l’Unione Europea sono ambiziosi e rilevanti, particolarmente se li leggiamo nel contesto degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite. A mio parere ciò che più conta è che la transizione energetica si realizzi in modo ambientalmente e socialmente sostenibile, e proprio per questo sono fondamentali le tecnologie che saranno utilizzate nella fase di transizione, ovvero puntare con forza sulle fonti rinnovabili e aumentare la produzione nazionale di gas così da ridurre le bollette sia nell’immediato sia nel medio periodo.
Come il covid ha impattato sulla salute lombarda?
L’abbiamo visto tutti, la pandemia ha avuto un impatto devastante sulla nostra Regione. La giunta Fontana ha commesso errori di gestione gravissimi che non sono stati limitati solo all’inizio dell’emergenza, al punto che essi sono oggetto del lavoro da parte della Commissione regionale d’Inchiesta che tutte le opposizioni hanno preteso, e che terminerà i propri lavori nell’arco delle prossime settimane. Il fatto è che il Covid-19 ha messo in luce anche quelli che sono evidenti limiti strutturali del Sistema Sanitario Lombardo, che – è evidente – non ha retto l’impatto della pandemia, e lo dimostra l’insistenza con cui si è proseguito nel solco della legge Maroni del 2015 smantellando ulteriormente la medicina territoriale. Oggi, grazie ai fondi europei del Pnrr, si potrà finalmente rimediare a questa scelta sciagurata che è stata tutta del centrodestra, ciò partendo dalla realizzazione delle Case di Comunità.
Come vede l’attuale politica sestese e il suo futuro?
Sesto San Giovanni in questi anni è stata governata male. Vedo una città ferma, incapace di investire in progetti di rilancio, che non si fa scrupolo di lasciare indietro i più fragili attraverso il sistematico smantellamento delle politiche sociali e di inclusione. Il centrosinistra ha il compito di restituire speranza ai sestesi voltando pagina rispetto all’amministrazione Di Stefano.
Come partito, come vi state preparando alle amministrative di Sesto San Giovanni?
Il Pd locale, insieme alla Federazione Metropolitana Milanese, è impegnato nella costruzione di un campo di forze progressiste e civiche che vadano a rappresentare un’alternativa forte e credibile al centrodestra e alla ‘mala amministrazione’ che ha messo in campo in questi cinque anni. Ma non solo a Sesto: in tutta la Lombardia la comunità democratica è impegnata in questo lavoro, complesso e bellissimo proprio perché basato sull’idea di ‘costruire’. Serve davvero un campo di forze che parta dal centrosinistra e sappia dialogare e confrontarsi con il mondo del civismo, con il Movimento 5 Stelle, che renda pienamente protagoniste quelle esperienze territoriali, tanto civiche quanto di area, che ci condurranno a presentare la squadra e il programma migliori.