Città della Salute, Lamiranda: «Un protocollo sicurezza per i cantieri come Expo 2015»

Assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda Assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda

La Città della Salute, che sorgerà sulle aree ex Falck, diventa una realtà sempre più concreta. Abbiamo chiesto all’assessore all’Edilizia Antonio Lamiranda di illustrarci lo stato dei lavori e come si evolverà il più importante progetto di riqualificazione urbana che Sesto abbia mai visto. 

Iniziamo dal principio: come mai si chiamerà proprio Città della Salute? «Si tratta di un enorme ospedale che racchiude l’Istituto dei Tumori e l’Istituto Besta, una struttura di 10 ettari, grande come il Niguarda per intenderci. L’ipotesi di maestranze, tra lavoratori diretti e indiretti, si aggira intorno alle 10mila persone. Con 700 posti letto da distribuire nei vari reparti. A ciò si aggiunge la scuola di specializzazione. Nella struttura non sarà previsto il pronto soccorso perché l’Ospedale è un istituto di ricerca e perfezionamento, che si occuperà nello specifico di tumori. La struttura è stata studiata calcolando i tempi necessari per arrivare al pronto soccorso dell’Ospedale più vicino: quello di via Matteotti». 

Quali sono i tempi di realizzazione stimati?
«Regione Lombardia sta validando il progetto def initivo, si sta procedendo con il concessionario a fare gli esecutivi parziali. I lavori dovevano iniziare a febbraio ma slitteranno di 60 giorni. Prevediamo per il 2025 l’operatività della struttura. La consegna dei lavori vedrà la luce entro la metà del 2024. Poi sei mesi di collaudi, verifiche e ade- guamenti». 

Quanto costerà la struttura? 

«Il costo dell’ospedale ammonta a 500 milioni di euro, a cui si aggiungono 200 milioni per le opere ‘di contorno’ come lo svincolo della tangenziale nord su tre livelli, la creazione dei sottoservizi delle strade del nuovo quartiere, il posteggio interrato, barriere antirumore, realizzazione dei parchi e delle piste ci- clabili». 

Entriamo nel merito di queste opere collaterali, quali sono?
«Una delle opere collegate più importante è la stazione a ponte (operativa per il 2023) e con essa la variante del sottopasso pedonale. Il completamento della stazione a ponte sbloccherà altri interventi, come il posteggio interrato dedicato e la rea- lizzazione delle rotatorie di Piazza Diaz e via Trento, nei pressi del cavalcavia Buonarroti. Da lì partirà anche la nuova via Acciaierie: l’ingresso della Città della Salute». 

Calcolate eventuali ritardi nei lavori dovuti alla pandemia?
«Direi di no, ormai la macchina è avviata e non ci dovrebbero essere ritardi consistenti. Ci rassicura anche l’investimento da 500 milioni che il privato ha appena fatto per investire sulle aree di Milano- sesto». 

Qual è il ruolo del Comune nel progetto?
«Il Comune è controllore e coordinatore di tutti gli elementi e segue i rapporti con Milanosesto, proprietario di tutte le aree. Stiamo definendo un protocollo di sicurezza generale per tutta l’area di cantiere, in modo da agevolare i controlli dai sindacati e da chi è preposto. In cantiere saranno infatti presenti 10mila persone, tra lavoratori diretti e indiretti, stiamo infatti valutando la possibilità di far dormire gli operai proprio all’interno del cantiere. Il modello a cui ci ispiriamo per il protocollo sicurezza è quello di Expo 2015».