Si chiama Davide Kharfi, classe 1997 di Sesto San Giovanni. Nato e cresciuto in Italia da padre marocchino e madre italiana, Kharfi negli ultimi anni si è imposto come uno dei dj e producer più promettenti della scena musicale italiana.
Il momento del grande salto per il giovane sestese è arrivato. Dopo numerosi successi e milioni di stream su Spotify, venerdì 21 gennaio è uscito ‘Aquarium’ il suo atteso album d’esordio. «È stato veramente difficile capire il momento giusto, le varie fasi pandemiche non hanno aiutato – ha raccontato Kharfi -. L’idea di uscire a gennaio è relativa ai buoni propositi per l’anno nuovo, pubblicare un album all’inizio del 2022 è sinonimo di ‘nuovo’ e può aiutare il pubblico a recepirlo meglio».
Ma non è tutto qui, perché i buoni propositi del giovane artista sestese si riflettono proprio sull’attuale emergenza sanitaria e sulle pesanti restrizioni che sono state imposte al mondo dell’intrattenimento. «Il motivo, infatti, è legato anche al mondo dei live: fare uscire un album a gennaio, così che possa essere un ottimo biglietto da visita in vista della stagione estiva». La speranza, dunque, è sempre quella di una riapertura dei club, ma che futuro attende Kharfi? «Non ne ho idea e preferisco non immaginarmelo, continuerò a lavorare senza aspettarmi il minimo risultato, così che possa dare il meglio a me stesso e a chi ascolta la mia musica. Mi piace dire ‘chi vivrà vedrà’. Personalmente ho i miei obbiettivi, vorrei girare tanto con la mia musica, un sogno è sicuramente uscire dai confini per suonare all’estero».
Nel mentre le dodici tracce dell’album stanno già volando nelle classifiche delle principali piattaforme di streaming: «La gente lo sta recependo bene, c’è stato un grandissimo lavoro da parte di tutte le persone che mi hanno dato una mano nella comunicazione: Nicola, Gaia e Marco in particolare. Ora parlerà la musica e sicuramente c’è entusiasmo: se nel mio piccolo se ne parlerà anche dopo Sanremo, vuol dire che sta andando verso la direzione giusta».