Qualcuno salvi lo sport dilettantistico. Un grido di aiuto che non si è alzato soltanto nel Nordmilano, ma in tutta Italia.
A livello assoluto, la provincia del capoluogo lombardo è la più colpita d’Italia dalla quarta ondata della pandemia, al punto che diverse società sono arrivate a dover fare la conta degli atleti rimasti negativi, in alcuni casi in numero nettamente inferiore ai positivi. Una situazione che, con tempistiche diverse, ha portato le diverse federazioni a rimodellare i calendari dei campionati. In linea di massima, l’esordio nel 2022 dello sport dilettantistico di squadra è previsto a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, con ordine di priorità ai campionati regionali prima e a quelli provinciali poi.
A complicare la ripartenza, però, c’è il protocollo di ripresa dell’attività agonistica chiamato ‘Return to play’: a un atleta a cui viene riscontrata la positività decade la validità della visita medica agonistica. Per tornare a praticare anche i soli allenamenti è necessario attendere 7 giorni dal tampone negativo (per chi ha la terza dose del vaccino) o 14 (per chi è ‘fermo’ alla seconda). Un protocollo che la Federazione Medico Sportiva Italiana ha parzialmente modificato solamente una settimana fa quando (sulla base di una valutazione del dicembre 2020) era necessario, in qualunque caso, aspettare 30 giorni dal tampone negativo. Un protocollo che però non teneva conto dell’arrivo dei vaccini e della gravità della malattia. La Fmsi è corsa ai ripari aggiornando il protocollo dopo le numerose richieste delle società, nonostante il protocollo non sia ancora in vigore perché manca il via libera definitivo del Ministero.
Una piccola conquista dunque, ma che ancora non sblocca la situazione. E il futuro resta sempre più incerto. Unico punto a favore rispetto al passato? La possibilità di proseguire gli allenamenti. Almeno finché si resta in zona arancione. Almeno per chi resta negativo. Al tempo l’ardua sentenza.