A partire da lunedì 10 gennaio, dopo la pausa natalizia, sono ripartiti i servizi di nido e scuola dell’infanzia che a Milano contano circa 30mila iscritti. La vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo ha fatto il punto sui numeri della riapertura, fortemente influenzato dalle assenze. Infatti, seppur l’orario ordinario, dalle 7.30 alle 16.30 è stato assicurato per la maggioranza delle sezioni, il forte aumento delle assenze ha comportato comunque l’uscita anticipata alle 13.30/14 per diverse decine di sezioni. Sono 21 sezioni di nido su 103 a essere stati interessati dalla contrazione oraria, assieme a 87 scuola dell’infanzia su 852 sezioni totali. Inoltre, non sono state riaperte 4 sezioni dell’infanzia, di cui una primavera.
Le contrazioni si sono rese necessarie per far fronte a un numero consistente di assenze tra il personale. Infatti, su 3.200 educatrici e educatori in organico, alla riapertura ne erano assenti oltre 700 per vari motivi tra cui anche per Covid, per essere in quarantena fiduciaria o per mancata certificazione vaccinale.
Le parole della vicesindaco Anna Scavuzzo: «Il dato sulle assenze e sulla conseguente tenuta dei servizi è monitorato e aggiornato quotidianamente, ma è di tutta evidenza che in questa situazione, per mantenere il più possibile il servizio ordinario, non fosse più sostenibile l’apertura dalle 16.30 alle 18.30, anche al netto dell’ingresso della Lombardia in zona gialla. Sono consapevole che la sospensione del post scuola sia stata un problema per le famiglie che non hanno più potuto contare su questo importante supporto, ma allo stesso tempo mi sento di ringraziare tutto il personale educativo grazie al quale stiamo assicurando il servizio ordinario alla grande maggioranza delle bambine e dei bambini. In questo momento credo sia più che mai importante proseguire con la campagna vaccinale, oltre che ripristinare la priorità per lavoratori e lavoratrici del comparto scuola di accesso in via preferenziale ai tamponi sia per diagnostica sia per il rientro in servizio dopo la malattia».