Non un solo giorno, ma sempre e con i fatti. Lo scorso giovedì è stata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tante le iniziative intraprese qua e là per l’Italia.
Una giornata particolare, fatta di manifestazioni e convegni, bene. Ma non è un’unica giornata a mettere fine alle atrocità e violenze subite dalle donne per opera di uomini-bestia. Una rondine, se pur importante, non fa primavera. Oggi, come ieri e sempre, va data voce alla dolcezza, all’educazione, al buon senso e all’insegnamento del rispetto della donna. Dopo la giornata del 25 novembre, cosa fare? Quali iniziative portare avanti e quali progetti intraprendere? Le parole, spesso, vengono portate via dal vento. Bisogna lavorare sui giovani, nelle scuole. Far capire loro l’importanza del rispetto della donna e non della cosa, oggetto, come tanti uomini pensano che sia. Ma non è questa la sola strada da percorrere, vi è anche la prevenzione, soprattutto dopo l’allontanamento degli uomini violenti che spesso, nonostante il divieto di avvicinamento, tornano e uccidono le ex e i loro figli.
Che fine ha fatto il braccialetto elettronico? Uno strumento capace di controllare gli spostamenti del violento e di conseguenza fermarlo e portarlo a quel punto in carcere. Una misura questa che, intanto, metterebbe più al sicuro le donne e le farebbe sentire meno sole. A Canosa di Puglia martedì è morto un 58enne che era stato picchiato da uno stalker, per aver difeso una sua amica. Un eroe che meriterebbe una onorificenza dal presidente della Repubblica e non solo. Insomma, dopo tante parole, dette nei giorni scorsi, sarebbe ora il caso di passare ai fatti, che ne dite?
Il Termometro Nazionale – L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani