All’ospedale Bassini è stato eseguito per la prima volta un intervento per una embolia polmonare massima. Si chiama Maria Luigia la prima paziente operata per questo tipo di intervento all’ospedale di Cinisello. Ha svolto l’operazione l’équipe cardiologica guidata da Simona Pierini, Direttore Ff Cardiologia e Maurizio Ornaghi, Responsabile Emodinamica.
L’embolia polmonare è un’ostruzione acuta di uno o più rami dell’arteria polmonare. In pazienti con embolia bilaterale submassiva con interessamento dei rami principali dell’arteria polmonare, come nel caso di Maria Luigia, c’è un sovraccarico sul ventricolo destro che determina una dilatazione e disfunzione del ventricolo stesso. Non potendo procedere alla somministrazione di un alto dosaggio di farmaco trombolitico per l’elevato rischio di complicanze, dunque, l’équipe cardiologica ha deciso tempestivamente di intervenire con una trombolisi loco regionale, cioè portare due cateteri nelle arterie polmonari passando dai vasi venosi dell’inguine, consentendo un’infusione locale del farmaco trombolitico ma a dosi molto più basse, per un periodo di 12 ore, associato a una erogazione di ultrasuoni per rompere il reticolo di fibrina.
Maria Luigia ha raccontato la storia del suo intervento e del suo particolare ‘albero di Natale’: «Da alcuni giorni i 33 gradini di casa mia mi lasciavano senza fiato. Pensavo fosse un disturbo temporaneo. Questo fino a sabato quando ho avuto una vera crisi respiratoria. Sono andata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sesto domenica mattina e dopo i primi controlli mi hanno trasferito al Bassini. Quando mi hanno detto dell’intervento mi sono molto spaventata ma il personale è stato davvero incredibile. Durante l’intervento avvenuto il giorno dopo io ero sveglia, mi hanno fatto l’anestesia locale, e mi spiegavano passo passo cosa stavano facendo. Non ho sentito dolore e mi sono sentita davvero assistita. Poi mi hanno attaccato a quello che chiamo il mio ‘albero di Natale’: un monitor con fili e lucine che si accendevano e spegnevano. Sarò stata un paio di ore in sala. Ora non vedo l’ora di tornare alla cura dei miei fiori e dei miei nipoti».