Manovre per il Colle. Una partita a scacchi o semplicemente a dama per arrivare a meta. Fate voi. Mario Draghi non si tocca, per tutti (o quasi) è lui il premier fino al termine della legislatura.
Lo ha detto anche il cavaliere, che poi ritroveremo strada facendo. Nessuno (o quasi) dei deputati e senatori pensa di gettare la ‘spugna’: uno, per non perdere il diritto al vitalizio (in carica almeno fino a settembre 2022) e le restanti mensilità, circa 80 mila euro; due, perché dagli attuali 630 deputati si passerà a 400 e da 315 senatori si scenderà a 200, questa la nuova Legge. Questo vorrebbe dire che per molti di loro non ci sarà più posto. Insomma, un taglio tra Camera e Senato di 345 poltrone. Dunque tutti motivi per rimanere fino al termine. Draghi potrebbe andare al Colle… e poi? Sciogliere le Camere o cosa? Ed è qui che entra in ‘gioco’ Silvio Berlusconi.
I numeri, tutto sommato, potrebbero esserci, almeno al quarto scrutinio, dove occorre la maggioranza assoluta di 504 voti. Ora è tempo di manovra, così dicono tutti. Poi al via con la grande partita. Berlusconi, nell’arco della sua carriera,
di gare ne ha giocate molte, ricoprendo sempre il ruolo di presidente.
Questa del Quirinale – a 85 anni – è l’ultima (o quasi) mossa istituzionale, considerando che potrebbe diventare il primo capo dello Stato italiano più anziano nel primo giorno di insediamento e anche il primo presidente della Repubblica di centrodestra e lombardo. Un’altra sfida!
Il Termometro Nazionale – L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani