Circola in queste ore un messaggio che riporta il logo di AVIS e informa che: “presto quasi tutti i vaccinati avranno bisogno di sangue da persone non vaccinate”. Il motivo sarebbe che: “Il sangue dei vaccinati avrà problemi di trombi e alterazioni dei globuli bianchi e rossi”. Si conclude poi invitando i non vaccinati a smettere di donare il sangue: “Se tutte le persone non vaccnate appartenenti all’Avis smetteranno subito di donare il sangue, vedrete che il governo e il sistema sanitario crolleranno e saranno costretti ad ammettere la verità e affermare questa dittatura nazista in atto”, dice il post.
La replica del presidente Gianpietro Briola e del direttore del CNS, Vincenzo De Angelis
Come ha dichiarato il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, «Si tratta palesemente di una fake news che, oltre a ledere gravemente la nostra immagine, vuole generare panico tra la gente. Come abbiamo avuto modo di spiegare più volte in questi ultimi mesi, la vaccinazione contro il Covid – così come tutte le altre vaccinazioni – non costituisce alcun pericolo né per i donatori né per i riceventi, ma rappresenta un gesto di responsabilità e si riconosce in un profondo senso civico verso sé stessi e gli altri. Stiamo conducendo delle indagini per risalire agli autori di questo atto inaccettabile, che sarà denunciato alle autorità competenti, a tutela del diritto alla salute. Vi invitiamo sempre a informarvi utilizzando i canali ufficiali del Ministero della Salute e della nostra Associazione».
Puntuali giungono le parole di condanna anche del Direttore generale del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis, che commenta: «È molto grave diffondere false informazioni sulla donazione di sangue, specie alla vigilia di un periodo come questo in cui storicamente si registrano carenze causate anche dell’arrivo della stagione influenzale. Non c’è nessuna differenza tra il sangue dei vaccinati e quello dei non vaccinati, entrambi salvano vite ogni giorno, e anzi ci auguriamo che siano sempre di più i donatori immunizzati, sarebbe un segno ulteriore dei progressi nella lotta al virus».