C’è sempre meno gente che va a votare e sempre più politici che si domandano il perché. Verrebbe da dire, cari signori delle preferenze elettorali, fatevi una domanda e datevi una risposta.
Il record negativo dell’affluenza, lo starsene a casa a vedere la tv o a fare altro, sta diventando di anno in anno sempre più consistente. Uno dei motivi, almeno negli ultimi due anni, potrebbe anche essere la paura del covid. Votare, come si dice, è un dovere civico, andare per poi non lamentarsi, quante volte negli anni avrete sentito dire queste parole. Ma forse non è che la politica si fa troppo sui social e poco tra la gente? O forse, non è che spesso si illustrano ‘programmi’ o si dicono cose poco interessanti per i cittadini, oppure il sistema del voto è obsoleto e va rinnovato?
Insomma, sono tanti gli interrogativi che ci poniamo dopo queste ultime amministrative nazionali. Infine, uscendo leggermente dall’argomento sopracitato, ci domandiamo per quale motivo ogni volta che vi sono le elezioni, ai seggi ci lavorano anche coloro che un lavoro già lo hanno (spesso comunali o di qualche municipalizzata). Non sarebbe cosa gradita impiegare chi un indennizzo economico già lo percepisce dallo Stato? Come ad esempio i percettori del reddito di cittadinanza.
Il Termometro Nazionale – L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani