Questa mattina ha sfilato per Milano il corteo organizzato da Fridays For Future, il movimento nato dallo sciopero dell’attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai governi di intraprendere una seria azione nella lotta ai cambiamenti climatici e di impegnarsi concretamente per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Alle 9.30 di venerdì 1 ottobre il corteo, composto per la maggior parte da giovanissimi studenti, è partito da Piazza Cairoli a Milano. Qui, secondo gli organizzatori si sono radunate 50mila persone. In testa al corteo sfilava proprio Greta Thunberg, a Milano per il vertice sul clima tenutosi negli scorsi giorni a CityLife. Una marea verde di ragazzi e ragazze, che ballano bella ciao indossando le mascherine anti covid, e gridano: «Il clima cambia, il sistema no» e «Sradichiamo il sistema».
«Siamo la generazione senza futuro – scrivono gli organizzatori di Fridays For Future Milano -, che vive e vivrà sulla propria pelle gli effetti sempre più intensi della crisi climatica. Milano dal 28 Settembre al 2 Ottobre ospiterà i summit di PreCOP e Youth4Climate, in cui i governi decideranno sul nostro futuro in compagnia delle multinazionali del fossile. Al summit di Youth4Climate, poi, 400 giovani (due per paese) sono stati selezionati dai governi stessi non per essere realmente ascoltati ma per “simulare” (cit Cingolani) una discussione sulle proposte per il futuro. Leggiamo poi nel programma: ‘resilienza’, ‘ripresa economica’, ‘imprenditoria giovanile’. I potenti della terra vogliono a tutti i costi utilizzare come vetrina 400 giovani per pulire la faccia di chi é responsabile della situazione quasi irreversibile del nostro pianeta. Questo Youth Washing ci aiuterà a risolvere la crisi climatica? Spoiler: no.Non possiamo più aspettare discussioni vuote e inutili: è tempo di ascoltare realmente la nostra voce, di chi lotta per il futuro contro chi cerca di togliercelo, per portare una conversione ecologica secondo giustizia climatica e sociale. A partire dalle scuole all’università fino alla ricerca bisogna investire per un radicale cambio di sistema, perché un altro mondo non è solo possibile ma è necessario e urgente».