Gli italiani da sempre si contraddistinguono per essere un popolo di buongustai e l’Italia è nota per essere una terra che produce primizie gastronomiche in ogni regione, cosi uniche e particolari da rendere la qualità delle nostre materie prime famosa in tutto il mondo. Affinché i nostri alimenti siano costantemente sani e sicuri, la Commissione Europea in comune accordo con l’EFSA (European Food Safety Authority) vigila sugli stati membri e sulla produzione a tutela dei consumatori, situazioni di allerta scattano in continuazione, in Francia il rapporto Esteban (Etude de santè sur l’environnement, la biosurveillance, l’activitè physique et la nutrition) pubblicato dall’agenzia governativa Santè Publique France, incaricata della biosorveglianza, dimostra che la popolazione francese è ‘contaminata’ da metalli pesanti come scrive su ‘il Fatto Alimentare’ la ricercatrice e giornalista Agnese Codignola, laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche all’università di Genova, dottore di ricerca in farmacologia all’università di Milano, dove ha frequentato un Master in Comunicazione scientifica ed oggi è collaboratrice dei principali gruppi editoriali italiani in materia di salute, alimentazione, sostenibilità ambientale ecc.
Finalmente la Commissione Europea ha definito nuovi limiti alla presenza di piombo e di cadmio negli alimenti, due metalli pesanti altamente cancerogeni e tossici per l’uomo, che si trovano in percentuali minime anche negli alimenti, spesso a causa di inquinanti che contaminano il prodotto durante i processi agricoli o industriali. Il piombo solitamente si può assumere inalando i gas di scarico, toccando vernici o smalti usati in oggetti di uso quotidiano e per quanto riguarda gli alimenti, bevendo acqua potabile inquinata da vecchie tubature, mangiando selvaggina cacciata e contaminata dai proiettili usati e fumando tabacco, avendo assorbito la pianta, il metallo, direttamente dal terreno. Con il regolamento (UE) 2021/1317 del 9 agosto, da fine mese la normativa per il piombo diventa rigida su alimenti per lattanti e bambini, sale vini, vini liquorosi, funghi selvatici, spezie. Il cadmio naturalmente presente nell’ambiente, attraverso l’attività dell’uomo, innesca un pericoloso processo di contaminazione con l’impiego di fertilizzanti sintetici a base di fosfati, con l’incenerimento e smaltimento dei rifiuti, con l’impiego di combustibili fossili ed è inoltre facilmente assumibile in quantità sempre maggiori secondo la dieta alimentare seguita. Come riporta il portale GIFT (Great Italian Food Trade) in un servizio di Marta Strinati, autrice di inchieste giornalistiche sul Food, secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) con una dieta onnivora si assume settimanalmente una dose tollerabile, si rischia di raddoppiare la dose di cadmio con una dieta vegetariana e vegana o consumando crostacei e molluschi. Anche l’acqua potabile può essere una fonte di esposizione, insieme agli utensili da cucina trattati con la cadmiatura. Con il regolamento (UE) 2021/1323 del 10 agosto 2021 la Commissione rimodula e riduce i limiti sugli alimenti che sono la maggior causa di assunzione di cadmio per l’essere umano, prendendo in esame in maniera particolare frutta, verdura, cereali, cioccolata, pesci, crostacei, alimenti per bambini, integratori e sale.
Flavia Pruner