L’estate è ancora un tiepido ricordo che i problemi sull’inquinamento dominano già la scena nel Nord Italia, sembra un paradosso ma è il prezzo che si sta pagando per l’immobilismo causato dal Covid 19, ed anche l’ambiente che ci circonda sta risentendo in maniera disastrosa dell’effetto pandemia.
Se ne occupa Legambiente nello studio “mal’aria 2021 edizione speciale – i costi dell’immobilismo” una chiara lettura nella quale l’Associazione segnala le cause e i danni nella Pianura Padana che hanno prodotto i ritardi nell’applicazione dei piani di risanamento dell’aria, concordati tra 2013 e 2017 fra Regioni della Pianura Padana e Governo. Nella prima metà di settembre sono già 11 le città italiane che a causa del livello delle polveri sottili, hanno superato il consentito, ovvero la soglia massima dei 35 giorni (anno solare) con almeno una centralina di rilevamento, sforando il limite dei 50 microgrammi al metro cubo come media giornaliera. Bollino nero con 41 giorni di sforamento a Venezia e Verona, segue Vicenza con 40, Brescia ed Avellino con 39, Cremona e Treviso con 38, Alessandria, Napoli e Frosinone con 37 e Modena con 36.
La situazione non sembra stabilizzarsi in quanto tantissime città sono al limite e potrebbero già aver varcato la soglia visto che registrano 35 giornate già dalla prima settimana di settembre come Padova e Rovigo, unitamente a Torino con 34, Asti, Lodi, Reggio Emilia, Bergamo, Caserta e Parma che, secondo Legambiente sicuramente supereranno la soglia nel corso dei prossimi mesi, se non prima. Stando ai dati dell’Associazione sempre riportati dall’Ansa, la situazione più complessa sembra essere quella Lombarda in quanto con difficoltà ha rispettato quanto concordato con il Governo per attuare le misure antismog, solo il 15% del piano di risanamento è stato rispettato, seguono per inadempienza il Piemonte (25%) l’Emilia- Romagna e il Veneto (40%).
Tra le cause riscontrate nelle regioni, il mancato blocco stagionale delle vetture diesel euro 4 previsto ad ottobre 2020, saltato a causa della nuova ondata pandemica che però ora Lombardia Veneto e Piemonte intendono ripristinare. I dati Italiani secondo Legambiente non sono confortanti perché non va dimenticato che sono attive tre procedure di infrazione con la Commissione Europea dovute all’elevata concentrazione di inquinamento atmosferico. Siamo in attesa che la Commissione Europea chieda alla Corte di giustizia Europea di definire l’importo della sanzione prevista per la condanna del 10 novembre 2020 per il superamento dei limiti di PMq10 dal 2008 al 2017, cui si dovrebbero aggiungere le altre due multe per l’inquinamento PM2,5 eNO2 sempre in attesa di sentenza. Le stime attuali dei costi si aggirano tra 1,5 e 2,3 miliardi di euro come base di partenza.
Flavia Pruner