La riforma della giustizia. Quante volte l’abbiamo sentita e poi si è fatto ben poco. Tempi lunghi, udienze a non finire e attesa su attesa per i vari gradi di giudizio.
Penale, civile, troppe pause che logorano e uccidono soprattutto gli estranei dal reato e le loro famiglie. Ho conosciuto tante persone, in attesa di giudizio, troppo lungo. Assolti dopo decenni dai tribunali, perché non colpevoli, ma condannati dagli amici, conoscenti e opinione pubblica.
La cosiddetta ‘sentenza del popolo’, ma questa è un’altra vicenda, quella dei processi televisivi e di piazza. Ma il problema non è soltanto, come dicono in molti, separare le carriere dei magistrati e la prescrizione, che certamente va rivista, ma anche dei pochi Pm che vi sono all’interno delle procure, così come del personale di supporto. Ho saputo di giudici che avendo decine di fascicoli da esaminare a volte erano costretti a lavorare anche di notte. Insomma una riforma della giustizia che al proprio interno debba tener conto anche di un rafforzamento dei togati e della loro qualità a volte non sempre obiettiva; altrimenti, i tempi saranno sempre i soliti: lunghi, burrascosi e costosi.
Buone vacanze a tutti!
Il Termometro Nazionale, l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, è a cura del direttore Marco Fabriani.