Oggi vorrei parlarvi di armi, spesso oggetto di tragedie, soprattutto se usate impropriamente senza averne i requisiti. Sono tante le
pistole, i fucili, che si trovano nelle case degli italiani perché ereditate.
Armi che funzionano e spesso oggetto anche di omicidi, come quello di Ardea, in provincia di Roma, dove un 34enne ha ucciso senza motivo due fratellini e un pensionato corso in aiuto dei bambini. Una pistola che era del padre, una guardia giurata, morto diversi mesi prima. Un’arma cosiddetta ‘ereditata’, come se fosse un orologio, un quadro, un’auto o altro. Ma perché dare la possibilità con annessa denuncia di continuare a possedere delle armi?
Non è meglio, una volta deceduto il titolare del porto d’armi, restituirla alle forze dell’ordine e casomai
venderle e indennizzare l’erede? E poi come viene custodita un’arma all’interno di un’abitazione dove ci sono i bambini? La legge parla di metterla in sicurezza, ma dove? Perché non dice in cassaforte? Ma non è la prima volta che persone senza scrupoli
utilizzano armi ereditate per commettere omicidi e in alcuni casi, catalogati come incidenti. Infine un pensiero va ai tanti anziani, che nonostante non siano più patentati, hanno però la pistola nel cassetto di casa!
‘Il Termometro Nazionale’ è l’editoriale del Gazzettino Metropolitano, a cura del direttore Marco Fabriani