Il tema del disagio adolescenziale, generato dall’isolamento post covid, è oggetto di continui studi scientifici ed è uno dei punti toccati nel decreto sostegni bis, individuando nei servizi di rafforzamento di assistenza psicologica per bambini e adolescenti e nell’incremento del numero degli psicologi sul territorio, una giusta risposta cui destinare circa 20 milioni di euro.
Numerosi sono gli interrogativi su quali siano i sostegni più adeguati per fornire i supporti più efficaci ai soggetti fragili ma destinare fondi per organizzare procedure mirate a potenziare la tutela e la cura della salute mentale della popolazione vulnerabile, trova riscontri e consensi in ambito scientifico nazionale ed internazionale.
L’International Behavioral Science Working Group dell’Università di Harvard (task force mondiale di esperti di scienze comportamentali): coinvolgendo un campione di 3.453 individui, ha realizzato a marzo e aprile scorsi una ricerca sul covid 19 attraverso dei questionari, dimostrando l’importanza di un programma di sostegno psicologico e neuropsichiatrico per famiglie e ragazzi.
In Italia l’ospedale pediatrico Gaslini e l’Università degli Studi di Genova hanno monitorato un campione di 3.245 soggetti con figli con il duplice obiettivo di studiare lo stato psicologico sia della famiglia (anche con anziani) sia dei bambini, alfine di individuare precocemente eventuali situazioni di criticità a livello psichico e comportamentale e poter intervenire via telematica con colloqui e video-colloqui.
È sembrato evidente che anche se la popolazione pediatrica è risultata essere meno vulnerabile agli effetti sistemici del virus, la condizione di confinamento è stato un fattore stressogeno importante per tutte le fasce d’età ed i programmi di supporto attuati dall’Istituto Gaslini sono stati fondamentali non solo per fornire aiuto nella fase acuta ma potrebbero contribuire a ridurre i rischi di sintomatologie post traumatiche.
Flavia Pruner