Autodifesa, violenza e denunce: si parte dall’autostima

Solo 5 su mille: ovvero lo 0,5%. È la percentuale dei criminali arrestati dopo aver compiuto una violenza sessuale. Lo conferma l’indagine ‘Crime Survey for England and Wales’ svolta dall’Ons – Office for National Statistics.

Se è vero che negli ultimi anni i dati delle denunce e degli arresti sono in aumento, molta strada c’è ancora da fare. Soprattutto sul piano della sensibilizzazione. Ne abbiamo parlato con Gabrielle Fellus, istruttrice a Milano di Krav Maga in ambito civile, unica donna in Italia ad aver ottenuto il livello expert, che insegna come difendersi dalle aggressioni. «Bisogna analizzare quanto sia difficile portare avanti una denuncia del genere, prenderne in considerazione la difficoltà reale – spiega -. Ecco perché spesso si fa passare del tempo prima di denunciare. Il tempo che intercorre è quello in cui una persona si chiede se ce la farà ad affrontare tutto. Il tempo è necessario per prepararsi, per trovare il coraggio di fare questa scelta. Si viene assalite da tutta una serie di paure. E poi spesso l’episodio traumatico viene rimosso e riemerge tempo dopo. Denunciare è difficile, ma necessario».

Perché fare quel passo dunque? «Se una persona del genere resta libera, lo rifarà. Questo è lo strumento che utilizzo maggiormente per cercare di convincere le vittime a denunciare. Le leggi inoltre sono migliorate molto, anche se c’è ancora tanto c’è da fare». Per questo è necessario andare a fondo. «Molto spesso – racconta Fellus – mi capita che le donne entrino nella mia palestra per un motivo, ma poi noto che c’è dell’altro. Magari emerge una violenza o sopruso mai condiviso e avvenuto molti anni prima. Lo noto osservandole, dalla loro postura. I loro movimenti comunicano un’aggressione fisica subita. Si muovono come se si sentissero sporcate, come se non potessero riprendere la loro vita normale. Spesso l’aggressore sa dove andare a colpire, sa giocare sul senso di colpa e riesce a convincere la vittima di essere stata consenziente. Ma un’aggressione è aggressione, punto. E il bastardo è un bastardo. Fine».

Per questo è fondamentale l’educazione alla prevenzione. Gabrielle, che ha scritto di recente ‘La palestra dell’autostima’ (Sonzogno) ha ideato per questo il Metodo Fellus. Insegna a recuperare l’autostima, a cogliere i segnali negativi, a fidarsi del proprio istinto, e acquistare sicurezza. Ascoltando il proprio campanello interiore. «Non è facile. Spesso subentra il congelamento, il cosiddetto ‘freezing’. In tante riferiscono una paura folle, che impedisce perfino di parlare. Per tutte queste ragioni, affrontare un percorso di denuncia è già diff icile. Se una ragazza sceglie di farlo, nessuno dovrebbe parlare – chiosa la coach -. Solo porte d’oro e battute di mani per ogni donna che ce l’ha fatta».