Se il gender gap non vi dice niente, provate a prendere in considerazione la scuola, lo studio e nello specifico le materie Stem. Con ‘Stem’ ci si riferisce comunemente alle discipline scientifiche (Science, Technology, Engineering and Mathemathics: ossia Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Che l’economia reale necessiti di competenze in queste materie è ormai un dato di fatto. Ma un altro dato di fatto è il gender gap che esiste in questo contesto. Se si analizzano le iscrizioni alle facoltà universitarie, è evidente la preponderanza di uomini rispetto alle donne. A dimostrarlo è anche la ricerca condotta da Assolombarda nel 2020, dal titolo ‘Osservatorio Talents Venture e STEAMiamoci sul Gender Gap nelle facoltà Stem’.
Per studiare le differenze di genere nelle facoltà Stem occorre partire da un dato di contesto. Nel sistema universitario italiano, le donne rappresentano oltre il 55% degli iscritti (sulla base dei dati 2018/2019). Tuttavia, dai dati sui corsi di laurea Stem emerge un quadro sostanzialmente opposto. Nell’ultimo anno accademico, tra tutti gli iscritti alle facoltà Stem, le studentesse rappresentavano solamente il 37%. Mentre nei corsi non-Stem la partecipazione femminile riscontrata era pari al 62%. Un altro dato che emerge dalla ricerca riguarda gli ultimi cinque anni: il numero di ragazzi che ha scelto una facoltà Stem è cresciuto (7,8%) più velocemente rispetto a quello delle ragazze (6,9%).
Tuttavia le ragazze ottengono migliori valutazioni accademiche: performance che sembrano comunque non essere riconosciute dal mercato del lavoro. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi Stem (91,8%) è più elevato di quello delle donne (89,3%). «Il divario si osserva anche a livello salariale – si legge nella ricerca -. I laureati Stem uomini dichiarano di percepire in media una retribuzione mensile netta di circa 1.510 euro, contro i 1.428 delle loro controparti femminili. Purtroppo, anche in questo caso, il trend è costante e le donne sono rimaste sempre indietro agli uomini negli ultimi cinque anni».
Lo studio sottolinea inoltre che non tutte le materie Stem sono uguali. La più penalizzata tra le donne è la facoltà di Ingegneria: qui le quote rosa si fermano al 20%. La Lombardia gioca un ruolo chiave per le facoltà Stem. La Regione ha il primato italiano: il 17% degli studenti che frequentano queste facoltà si concentrano in Lombardia. E per quanto riguarda il gender gap, bisogna precisare che negli atenei presenti sui territori di Milano, Lodi e Pavia, la presenza di ragazze nei corsi di laurea Stem è superiore alla media. A Milano, il 19,1% delle ragazze frequentanti un corso di laurea nella provincia è iscritta a una facoltà Stem (contro il 18,3% della media nazionale). Ma la strada da fare rimane ancora lunga.